Linda Gambino, cantante, autrice e compositrice nasce a Roma e attualmente vive a Firenze. A suo dire, il suo carattere è molto irrequieto (in maniera positiva) volando come nulla fosse e per lavoro tra l’Italia e la terra degli States, Lì, infatti vive i primi anni della sua vita e in maniera particolare nelle metropoli New York, Washington D.C., Boston, Los Angeles, Nashville. I suoi primi anni americani l’hanno molto avvicinata al jazz e al soul.
Dopo aver ottenuto la laurea in Scienze Politiche, in Italia, decide, di ritornare negli USA. Sa bene quello che deve trovare, quella musica che la influenzerà, in maniera significativa e determinante sia dal punto di vista culturale che nella produzione musicale. Giunge a Boston iscrivendosi alla ‘Berklee College of Music’ e frequentandolo per tre anni. Lì studia e suona nei tanti locali della city. La padronanza della lingua inglese e gli studi presso la prestigiosa ‘Berklee School’ contribuiscono notevolmente alla sua completezza professionale. La sua passione per il jazz la porta ad approfondire la conoscenza delle grandi interpreti che hanno fatto la storia della musica afro-americana: Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Betty Carter. Facciamo un passo indietro, quando in uno dei suoi viaggi ritorna in Italia iniziando la sua carriera come cantante. Inizia a collaborare con numerose band jazz/funk e soul della capitale.
«In quel periodo diventai anche la voce di una campagna pubblicitaria per la Eni, fui chiamata da Federico Landini (Factory Manager, Music & Sound Designer) e ricordo che il brano era ‘Don’t Stop’, una sua cover famosa dei ‘Fleetwood Mac’. Lo spot, andò in onda su tutte le radio nazionali oltre che su tutti i principali canali televisivi» – racconta.
La Gambino, dal duemiladieci, ritorna in America e comincia a scrivere la sua musica. Il suo primo brano è ‘Out of my bed’, mentre nel biennio 2012/13 scrive e produce dieci brani originali, collaborando – per la produzione – con Sherman De Vries, giovane produttore olandese. Per due di questi dieci brani, realizza anche altrettanti video pubblicati su YouTube ed ottenendo un numero significativo di visualizzazioni. Uno dei due brani, ‘Invisible’, nel 2013, vince un ‘concorso per composizione di canzoni’, indetto da Jim Donaldson, editore di Nashville. L’anno successivo, sempre negli States, è proprio a Nashville dove realizza tre nuovi brani con Mike Farona e Jon Denney esibendosi, poi, con la sua musica in uno dei locali del ‘Village’ di New York. La sua musica comincia ad affascinare anche perché la cantante-compositrice mette insieme una musica di facile ascolto e con piccole tracce di funky e jazz, che cominciano a farsi sentire sempre più nei brani di sua composizione. A New York è invitata al ‘Bill Russo Show’ su ‘City World Radio Studio’, viene intervistata dalla redazione di ‘ICN Radio’ di New York (emittente creata per diffondere la migliore musica e intrattenimento italiano in una vasta area degli States. La missione dell’emittente è dare il patrimonio culturale italiano agli ascoltatori di tutto il mondo: un mix di musica pop, rock e tradizionale italiana classica e contemporanea. Icn Radio è più di una semplice stazione radio … è una comunità di appassionati della musica che celebra tutto ciò che è italiano).
L’artista italiana viene selezionata per partecipare alla ‘Millennium Music Conference’ che si tiene ad Harrisburg nello stato della Pennsylvania. Al Millennium si esibisce con due dei suoi brani originali.
Il suo nuovo album
‘Unexpected’, il primo album jazz di Linda Gambino, uscito in questo mese di aprile ed è disponibile sia in formato fisico che sulle diverse piattaforme digitali. Dopo la critica positiva ricevuta dai singoli ‘Let’s Take Whatever Comes Instead’ e ‘My Favorite Things’ dove si esprime in una favolosa interpretazione, l’album è destinato a essere un punto fermo nella carriera della cantante. ‘Unexpected’ rappresenta un viaggio musicale che attraversa generi ed epoche, dimostrando la versatilità artistica e l’eclettismo creativo di Linda Gambino. Il titolo dell’album riflette perfettamente l’origine spontanea del progetto: quello che è iniziato come un semplice confronto sugli accordi di un brano tra Linda e il chitarrista Andrea Zacchia si è trasformato in un album completo, grazie a un pomeriggio di ottobre ricco di ispirazione. L’album include tre brani originali firmati da Linda Gambino e quattro standard, selezionati per riflettere l’amore e la formazione jazz della cantante. La scelta artistica dà una ventata di freschezza e dinamismo all’album, in particolare nella traccia d’apertura, ‘My Favorite Things’, proposta in una sorprendente versione in quattro quarti che regala al brano un andamento unico e accattivante. Per le registrazioni in studio, Linda e Andrea sono stati accompagnati da Giordano Panizza al contrabbasso e Maurizio De Angelis alla batteria, entrambi esponenti della scena jazzistica romana. La sinergia tra i musicisti ha contribuito a creare un’atmosfera unica, catturando l’essenza lirica che caratterizza l’intero album. Con questo lavoro, Linda Gambino non solo conferma il suo talento e la sua passione per il jazz, ma invita anche gli ascoltatori ad abbracciare l’ignoto con coraggio e ottimismo, attraverso composizioni che parlano di resilienza, speranza e della bellezza nel lasciarsi sorprendere dalla vita. ‘Unexpected’ è prodotto da ‘Filibusta Records’ e distribuito da IRD.
Come nasce questo tuo ‘Unexpected’ e perché questo nome?
La storia di ‘Unexpected’ cioè inaspettato, è questa: un pomeriggio dello scorso ottobre, dopo un incontro con una persona, che mi aveva davvero colpito, non so se al cuore o ai sensi, ispiratissima mi metto a scrivere un testo e inizio a canticchiarlo. Poi metto le mani sulla mia piccolissima tastiera (avevo un bellissimo piano elettrico, una Clavinova della Yamaha ma a causa dei vari spostamenti della mia recente vita ho dovuto darlo via) per trovare gli accordi, era tantissimo che non scrivevo più. Tra traslochi (da Roma a Londra, poi di nuovo in Italia a Firenze) Covid e altro, avevo perso la concentrazione. E poi la ritrovo, mando una ‘demo’ del brano al mio amico Andrea Zacchia, chitarrista della scena romana, che mi dice: “ma lo sai che è proprio bello ‘sto pezzo! Perchè non lo registriamo da me? Penso a tutto io! Chiamò Giordano Panizza (contrabbasso) e Maurizio De Angelis (batteria). Andrea mi ha arricchito, ‘aggiustato’ e arrangiato il brano e poi mi dice: ‘Ma dai … scrivine altri e facciamo un album’ … a volte serve solo un po’ di incoraggiamento. In breve ne ho scritti altri e in poco tempo abbiamo creato questo album totalmente inaspettato».
Cosa si prova ad essere una cantante jazz di rilievo come te, con trascorsi formativi negli USA: Boston, Nashville, New York?
Non mi sento una cantante jazz di rilievo. Mi sento una cantante e una songwriter che ha fatto tante esperienze in generi musicali diversi, partendo dal jazz, poi, essendo, appunto, un’irrequieta, mi sono sempre lanciata in avanti, messa in gioco, sempre, con risultati buoni e meno buoni ma non fermandomi mai. Ho avuto la fortuna di poter passare molto tempo negli USA da piccola e da adulta e credo che la cosa più’ importante che ho imparato sia di quanta bravura c’è in giro e quindi di non piangersi addosso se il successo non arriva ma invece continuare a migliorarsi. L’esperienza alla Berklee College Of Music di Boston: uno dei periodi più belli della mia vita. Lì ho trovato studenti da tutto il mondo, concerti, serate, risate, impegno, divertimento alla follia. Credo che innanzitutto mi abbia insegnato una cosa: l’umiltà. Considerato lo straripare di talento che c’era e poi amore per il jazz e la consapevolezza dell’impegno necessario ad affrontare questa avventura. Al netto di tutto questo, l’energia che ho è tutta roba mia, ci sono nata e ne ho tantissima per la musica, per cantare e per scrivere.
Sei una decisa front woman ed il tuo modo di ‘tenere’ il palco è tipico di una leader. Qual è la carica che ti pervade in questo ruolo di estrema attrazione?
Ci ho riflettuto e sono arrivata alla convinzione di essere una vera esibizionista! Mi piace da morire stare sul palco. Dapprima ho paura, ovvio. Mi assalgono dubbi, insicurezze, ma quando tocca a me ce la metto tutta. Mi piace coinvolgere, emozionare, trasmettere quelle emozioni che sento prima di tutto dentro di me, sentire il mio corpo che si prende lo spazio che normalmente non ci prendiamo. È bellissimo. Tutti ti guardano ed allora vorrei un palco gigantesco! E pensare che la primissima volta che ho cantato l’ho fatto restando quasi un po’ di traverso al pubblico, quasi di spalle. Insomma, guardando il pianista e mai il pubblico, ero terrorizzata! Ma è da allora, direi, che sono molto ma molto migliorata!