Enza Silvestrini ha pubblicato le raccolte di poesia L’assedio (Ensemble, 2021), Controtempo (Oèdipus, 2018) e Partenze (prefazione di Marina Giaveri, Manni, 2009; Premio San Vito al Tagliamento, Opera Prima); i racconti nei libri d’artista delle edizioni ilfilodipartenope: Cavallo Mazzocchi (con tavole serigrafiche di Mimmo Paladino); Sguardo sensibile (foto di Yvonne De Rosa) e Lido Mappatella (disegni di Enrico Pulsoni); il romanzo Sulla soglia di piccole porte (postfazione di Aldo Masullo, Iuppiter, 2012, sec. ed.); la favola in versi Diversi amori (illustrazioni di Barbara Balbi, Iuppiter, 2013). È stata redattrice della rivista di poesia Levania e ha collaborato con Poesia. Ha promosso e curato incontri di letteratura, mostre di libri antichi, progetti culturali. Suoi saggi e recensioni monografiche su poeti italiani del Novecento (tra i quali L. Sinisgalli, G. Gozzano, R. Scotellaro, S. Solmi) sono apparsi in volumi e riviste letterarie.
laggiù
nella notte
elemosino
una coperta all’infermiere
dopo il solito panegirico
al suo buon cuore
sulla sedia dura
passo in rassegna
tutte le mie ossa
poi mi accanisco
sugli organi interni
conto le gocce
che piovono
nella tua vena
ogni tanto
irrompi vaneggi
cercando di strappare
quella miriade di tubicini
che ti inchiodano al letto
allora bisogna tenerti
forzarti e rinfilarli
uno per uno
con calma ferocia
al mattino non sai
non ricordi
mentre io consegno
il mio bollettino
al dottore di turno
Enza Silvestrini Partenze, Manni, 2009
*
così il tempo ha smesso di girare
è sempre qui è sempre ora
se tu sapessi tutto ciò che accade
in questo lago tiepido
quante successioni di istanti
ti si muovono intorno
proveresti pietà per noi
che ancora li contiamo
eviteresti di andartene
così spesso nel passato
incapsulato qui in casa
per mortificarlo continuamente
pretendi sia presente e vivo
davanti ai nostri occhi
dilati le ore per farne giorni o anni
o qualcos’altro che non ha nome
una tua nuova lingua ancora non esiste
**
verrà un giorno
dove la storia tra noi
sarà azzerata
non ci saranno stanze conosciute
o alberi amici
non varranno testimonianze
foto o scritti
mi darai nome ancora una volta
ma sarà di qualcuno marginale
e allora così slegati estranei
ci ameremo di più
tutti lo dicono
verrà questo giorno
Enza Silvestrini, Controtempo, Oédipus, 2018
*
ti depongo in una bara d’acqua
dove tutto è smemorato
senza nomi
solo una frana melodiosa di onde
affondare e riemergere
in un abbraccio d’alghe
venute per proteggerti
da pesci curiosi e lingue taglienti
ora prendi un’altra direzione
per guardare il mondo dal fondo
sotto metri di mare e sale
procedi a spire e colpi di coda
sei già confuso nello sbando di strami
naufraghi di rive remote
immagino vengano dalla nostra terra
ma non so più se la mia è anche la tua
e ho perso il ricordo di chi eri
se sia giusto piangere per te
pallido il pensiero vuole durare
nuota nella necessità del mattino
**
quando le madri ci vestivano di rosso
per affidarci alle onde senza riva
si confondevano gli indumenti col tramonto
nelle acque che arrossavano con noi
marmi dal candore violato
dal sangue dei capri
per il sacrificio d’Isacco
noi qui soli in teneri dondolii
come i bambini imperatori
costruiamo la tomba del futuro
Enza Silvestrini, L’assedio, Ensemble, 2021