Le note innovative di D’Alessandro

La batterista romana ha approfondito il sound afro-cubano e, grazie alla sua passione per le musiche da film, è conosciuta per Outlines, progetto che ha l’intento di coniugare il mondo dell’improvvisazione libera a quello della partitura, il linguaggio del jazz a quello del rock, in una miscela di sonorità hip hop e melodie Felliniane, omaggi alla tradizione e momenti di sperimentazione

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La trentaduenne Alessandra D’Alessandro, romana, ed eclettica batterista si avvicina allo strumento che sente dentro all’età di quattordici anni. Dopo il diploma di maturità, si trasferisce in Olanda dove è ammessa al viene ammessa al famosissimo ‘Conservatorium Van Amsterdam’ dove intraprende lo studio della batteria jazz. Al Conservatorio della capitale olandese ha la possibilità di approfondire lo studio della composizione, dell’arrangiamento e della teoria musicale oltre alla storia del jazz e classica, analizza il ‘music management’ e le tecniche d’insegnamento. Si laurea, a ventisei anni (2018). Nella bellissima città del Nord Europa, ha modo di confrontarsi, collaborando con colleghi d’ogni parte del mondo, esibendosi in locali magici quale il ‘Blue Note’ di Amsterdam e il ‘De Kring’, accompagnata da musicisti come Reiner Baas, Teis Semey, Federico Pascucci, Francesca Tandoi, Youngwoo Lee ed altri ancora. Frequenta corsi per l’approfondimento della didattica e della scienza dell’insegnamento. Ha inoltre sviscerato lo studio della batteria con batteristi di rilievo, quali John Riley, Gregory Hutchinson, Nicola Angelucci, Ellade Bandini, Claudio Mastracci, Gianni Di Renzo, Mario Paliano e Martijn Vink (Metropole Orkest). Nel 2021, con il massimo dei voti, consegue la laurea di secondo livello in Batteria e Percussioni Jazz al Saint Louis College of Music di Roma. Studia con musicisti del livello di Rosario Giuliani (famosissimo sassofonista jazz), Ramberto Ciammarughi (pianista e compositore), Cristina Zavalloni (cantante e compositrice) e Giovanni Imparato (tra i maggiori percussionisti esperti del patrimonio afro-cubano).

L’incontro con il sound afro-cubano

Proprio grazie a quest’ultimo, Alessandra D’Alessandro ha modo di conoscere il mondo della musica afro-cubana e dei batà (strumento musicale a percussione, da sempre associato alla divinità ‘Yoruba’ che è un vasto gruppo etnico-linguistico di circa 40 milioni di anime e diffuso nell’Africa occidentale). Partecipa, nel 2018, alla rassegna ‘Sorrento Jazz’ e lì è presente con un quartetto tutto al femminile. Un 4tet capitanato dalla oramai famosa cantante salernitana Ileana Mottola.

Ecco il pensiero della voce jazz salernitana, ormai affermatissima, sulla batterista capitolina: «Con Alessandra c’è stata solamente una brevissima parentesi, ma ho avuto modo di constatare che si trattava di un’artista poliedrica e sicuramente di una donna con la voglia dentro, piena di talento, e d’ingegno. Quando ho collaborato con lei, tempo fa, ‘Ale’ era molto giovane ma promettente. Rammento una donna grintosa sulla sua batteria, musicista essenziale e mi colpì la sua propensione al sound contemporaneo.» Il Quartet era composto anche dalla chitarrista Eleonora Strino (riconosciuta dalla critica come uno dei giovani talenti più promettenti del panorama jazzistico internazionale) e dalla contrabbassista Beatrice Valente (primo contrabbasso dell’orchestra sinfonica del Conservatorio di Benevento, lavorando anche al suo progetto di ‘musica inedita’ con il grande Giosi Cincotti. Ha affiancato, poi, come bassista … il famoso batterista partenopeo Salvatore Tranchini).

In una continua evoluzione

La sua profonda passione per la composizione e per la musica da film, la porta a dare vita al suo primo progetto originale: ‘Outlines’, avvalendosi di due musicisti: Igor Legari al contrabbasso ed Andrea Saffirio al pianoforte e sintetizzatori. Con i musicisti viene a crearsi immediatamente un rapporto di fiducia umana e musicale e questo rende l’‘Outlines Project’ un qualcosa che è in continua evoluzione. Il progetto debutta al ‘Boogie Club’ di Roma con un eccezionale sold out, ricevendo una reazione estremamente positiva dal pubblico. ‘Outlines’ è un progetto originale ideato dalla batterista e leader della band Alessandra D’Alessandro, con l’intento di coniugare il mondo dell’improvvisazione libera a quello della partitura, il linguaggio del jazz a quello del rock, in una miscela di sonorità hip hop e melodie Felliniane, omaggi alla tradizione e momenti di sperimentazione, lasciando sempre trasparire il forte rapporto che la lega a coloro i quali hanno ispirato il suo lavoro, sia nel mondo della musica per cinema (Nino Rota ed Armando Trovajoli), sia nel mondo del jazz. ‘Outlines, nonostante la recente nascita, si è esibito (inoltre) al ‘Metro Core’ di Roma ed ha preso parte alla programmazione del festival ‘Sapri Jazz Waves’, delle rassegne ‘Quadraro in Jazz’ e ‘Jazz all’Inferno’. In quest’ultimo con un ospite d’eccezione: Michele Tino al sax contralto.

I musicisti del progetto Outlines

Igor Legari (contrabbassista)
Nasce a Lecce, dal 2011 vive a Roma dove è attivo nella scena della musica jazz e dell’improvvisazione. Arbo è il nome del suo progetto più recente, insieme a Marco Colonna ai sassofoni e clarinetti ed Ermanno Baron alla batteria. Il primo album di Arbo è in uscita nella primavera 2022. Con Ermanno Baron è parte del trio del pianista salentino Francesco Negro, col quale ha pubblicato due album e ne ha registrato un terzo di prossima pubblicazione. È il bassista del progetto ‘Opus Magnum’ di Ettore Fioravanti, insieme a Marco Colonna, Andrea Biondi, Francesco Fratini e Filippo Vignato. Nel 2011 fonda, insieme a Giacomo Ancillotto e Federico Leo, il trio LUZ, con il quale ha suonato in undici paesi europei e registrato due dischi: ‘Polemonta’ (2014, con Tomeka Reid al violoncello) ed ‘Encelado’ (2018, con Federico Scettri alla batteria). È stato membro del collettivo romano Franco Ferguson, contribuendo all’organizzazione di numerose rassegne e di Improring, appuntamento mensile di improvvisazione collettiva. Ha composto musica per il teatro: ‘In Limbo’ e ‘Immagine Sparita’ per il documentario ‘Arse Vite’. Dal 2008 al 2010 partecipa alla prima e unica edizione dell’International Jazz Master Program (In.Ja.M.) della Fondazione Siena Jazz, studiando ed esibendosi con musicisti internazionali tra cui: Rufus Reid, Eddie Gomez, Drew Gress, Tim Berne, Ben Allison, Jeff Ballard, Adam Nussbaum, Ben Perowsky, Kurt Rosenwinkel, Billy Hart, Gianluigi Trovesi, Bruno Tommaso. Diplomato in contrabbasso jazz al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e laureato in Sociologia (con una tesi dal titolo ‘Il mestiere dell’improvvisazione. Etnografia della Jam Session’), insegna attualmente Musica d’Insieme Jazz al Conservatorio ‘Francesco Morlacchi’ di Perugia.

Andrea Saffirio (piano e sintetizzatori)
Inizia a suonare il pianoforte a 7 anni seguendo studi di musica classica e ragtime con Barbara Martellini. Inizia a studiare jazz prima da autodidatta, poi sotto la guida di diversi insegnanti. Ha studiato jazz, tra gli altri con Ramberto Ciammarughi, Claudio Colasazza, Antonio Faraò, Maurizio Giammarco, Aaron Golberg, Eric Legnini, Dado Moroni, Pierpaolo Principato, Domenico Sanna, Amedeo Tommasi, Adriano Urso e Marco Valeri. Si è esibito all’ ‘Auditorium Parco della Musica’, alla ‘Casa Del Jazz’, al ‘Fara Music Jazz Festival’ e suona regolarmente nei migliori jazz club di Roma e in varie città europee come Bruxelles, Den Haag, Leiden e Maastricht. Ha seguito masterclass e corsi di perfezionamento con Kenny Barron, Fabrizio Bosso, Paolo Fresu, Roberto Gatto, Rosario Giuliani, Kevin Hays, Greg Hutchinson, Charis Ioannou, Joe La Barbera, Shai Maestro, Ray Mantilla, John Patitucci, Danilo Perez, Reuben Rogers, Marcello Rosa, Ameen Saleem, Mark Turner e altri. Dal 2017 è docente nei corsi accademici e pre-accademici presso il Saint Louis College of Music di Roma. Dal 2022 è docente di Composizione Jazz presso il Conservatorio di Musica G. Nicolini di Piacenza.

Antonino Ianniello

Nasce con una spiccata passione per la musica. Si laurea in lettere moderne indirizzando la scrittura verso il giornalismo, percorre in maniera sempre più approfonditamente e competente le strade della critica musicale, pubblicando numerosi articoli su jazzisti contemporanei e prediligendo, spesso, giovani talenti emergenti. Ama seguire il jazz, blues e fusion e contaminazioni.

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