Le Linee Rosse di Putin: quella comunicazione bizantina…

Oggi la Russia è in enorme difficoltà operativa, tecnologica e logistica -è l’opinione che dal Deep Web viene da giornalisti russi contrari a Putin- e secondo loro non sarà la Nato ad affondarla ma lo farà da sé, anzi l’ha già fatto da sola con i saccheggi e le speculazioni fatte da Putin e tutti i suoi oligarchi per quasi trenta anni

Tempo di lettura 4 minuti

In un articolo di metà settembre accennai alla mia frequentazione nel Deep Web di un gruppo di giornalisti europei dove ci si scambiano valutazioni sulle crisi in atto et similia; il focus attuale -è ovvio- è il Medioriente e l’Ucraina; ma nonostante ci siano anche colleghi russi, ucraini e israeliani molto addentro ai fatti, permangono tante domande senza risposta come quella, ad esempio, che si chiede come mai possano significare -dal punto di vista politico-quegli ultimatum che periodicamente Putin getta in campo. Ci riferiamo a quelle Linee Rosse che di tanto in tanto mette in giro e che poi svaniscono nel nulla… quelle Linee Rosse che forse hanno l’unico scopo di invitare gli Occidentali a fare i bravi perché il mondo lo tiene sotto scacco Putin e noi contiamo come il due di coppe quando la briscola è a bastoni… ci fa ridere, lo so, ma il fatto non è comico per nulla.

Le linee fatte col gessetto, spariscono.

Quali sono queste Linee Rosse? Ce ne sono state diverse, vediamole:

Armi occidentali: Lavrov minacciò l’impossibile se l’Occidente avesse fornito armi a Kiev, ricordando sempre che nel taschino della giacca aveva l’ordigno nucleare: e invece le armi occidentali sono giunte, alcune anche a discreta gittata. Ultimamente sono arrivati pure gli F16 e le bombe moderne di standard Nato. Ci sono già dei permessi parziali per l’impiego di sistemi a media gittata da parte degli ucraini. A Kharkiv c’è il permesso addirittura di usare sistemi come gli Himars a cavallo del confine tra Ucraina e Russia…e la prima linea rossa svanì.

Kherson: “Russa per sempre” tuonò Putin. E chiunque avesse tentato di entrare nel “territorio russo acquisito” (l’ha detto lui: acquisito!) avrebbe superato una linea rossa e l’avrebbe pagata cara. Nel novembre 2022 Kherson è stata liberata. Putin ordinò alle sue truppe di ritirarsi senza troppo clamore; ma i Javelin occidentali hanno fatto un macello dei Tank russi…e quest’altra linea rossa è svanita.

Crimea: Proprio il mito di Putin (Stalin) la dette agli Ucraini, ma lui l’ha sempre pensata russa. Il colpo di mano del 2014 -a 60 anni dalla cessione- è stato per lui come cantare da tenore su un palco mondiale dopo il crollo sovietico, cosa che gli è andata sempre di traverso… gli Occidentali nel 2014, dubbiosi, avevano creduto a questa nuova potenza smisurata della Russia, ma gli Ucraini no, li conoscono bene, non ci hanno creduto per nulla e il ponte di Kerch è stato colpito più volte, le spiagge della Crimea non hanno potuto dare più una villeggiatura serena ai russi perché la penisola è stata colpita diverse volte dagli ucraini, come il quartier generale della flotta russa a Sebastopoli dove i Russi hanno perso anche la nave ammiraglia ed altre unità…e pure questa linea rossa è svanita.

Kursk: Putin annunciò che qualunque attacco attraverso i limiti sovrani della Russia avrebbe comportato una risposta terrificante… proprio terrificante, disse. Eppure gli ucraini sono entrati nel Kursk e da settimane controllano l’importante nodo di smistamento che porta il gas in Europa… la controffensiva russa non ha sortito effetti; e la linea rossa prima è diventata rosa e poi si è scolorita del tutto.

Droni: Putin annunciò anche che non avrebbe tollerato alcuna intrusione di velivoli sul sacro suolo russo, la risposta anche in questo caso sarebbe stata terrificante… eppure i droni hanno varcato lo spazio aereo russo quando e come hanno voluto, sono arrivati persino vicino a Mosca, colpendo dei caseggiati. Un drone è arrivato a San Pietroburgo, danneggiando un edificio, oltre alla distruzione di alcuni caccia in alcune basi aeree russe. Senza dire dell’arsenale di Toropets nella regione russa di Tver in cui i droni ucraini hanno fatto saltare in aria la bellezza di 240 tonnellate di esplosivi…e anche questa linea rossa è evaporata.

Armi nucleari: è la solita retorica terrorista con la quale vuole spaventare gli occidentali, e ci riesce diciamo la verità, anche perché se uno è disperato e stretto tra pazzi peggiori di lui chissà cosa davvero potrebbe fare… ma intanto è accaduto un fatto comico, forse ridicolo se non fosse drammatico in sé: la super arma, il missile Sarmat che doveva portarci confetti nucleari a domicilio- per ben la quarta volta ha fallito il lancio (chiara l’incapacità russa di avere una propria e buona tecnologia digitale)… ma stavolta è addirittura esploso radendo al suolo tutto ciò che era intorno, il buco è enorme e lo si vede bene dalle foto satellitari.

L’esito di queste minacce più o meno sottese? I suoi confinanti Svezia e Finlandia erano entrati già nella Nato, ma ora Kaliningrad quella strana enclave russa tra Lituania, Polonia e Baltico -basamento di tutto ciò che può essere negativo per noi- è circondata da forze occidentali e non esce uno spillo che la Nato non sappia, e senza minacciare nessuno ha messo in Germania una base operativa per affrontare le insidie di una eventuale guerra contro la Russia. Nel 2026 saranno schierati i missili più potenti mai installati in Europa dopo la Guerra Fredda… quindi, altra linea rossa svanita, più che altro per incapacità tecnologica.

Ci sarà mai una vera linea rossa? Purtroppo sì.

Oggi la Russia è in enorme difficoltà operativa, tecnologica e logistica -è l’opinione che dal Deep Web viene da giornalisti russi contrari a Putin- e secondo loro non sarà la Nato ad affondarla ma lo farà da sé, anzi l’ha già fatto da sola con i saccheggi e le speculazioni fatte da Putin e tutti i suoi oligarchi per quasi trenta anni: hanno prosciugato la Patria non producendo nulla, rubando su gas e petrolio e portando miliardi di dollari (mica rubli!) all’estero, comprando di tutto e non reinvestendo nulla sul territorio russo e solo briciole nella tecnologia militare e nelle armi… il fallimento del Sarmat è solo l’esempio più eclatante.

Oggi è pericolosamente debole e questo, contrariamente a ciò che si può pensare, non è una buona notizia per nessuno; la Nato non consentirà all’Ucraina di usare i missili a lungo raggio perché significherebbe partecipare al conflitto, il che porterebbe il dittatore russo a prendere decisioni estreme…Ma se le forze ucraine dovessero andare in sofferenza per inferiorità numerica di certo non si potrà obbligarle a combattere ancora con una mano legata dietro la schiena; un bel dilemma.

Nel Deep web ci sono diverse valutazioni al proposito, i più vedono esclusivamente un finale diplomatico, gli Ucraini dovranno sottostare ai consigli dell’Occidente -fosse per loro non farebbero alcun sconto, in questo non sono molto dissimili dai Russi- perché nessuno potrà vincere questa guerra, né la Russia, né l’Ucraina e tantomeno la Nato, ecco perché la vera Linea Rossa sono i missili a lungo raggio e quelli, a meno di estreme pazzie, staranno fermi dove sono. Non conviene a nessuno.

 

Carlo De Sio

Laureato in Scienze Politiche ed Economiche, con Master in Psicologia sociale e P.R, ha lavorato nella Comunicazione d’impresa e nelle Relazioni Pubbliche per oltre 40 anni. Ha fatto parte dei direttivi di Organismi nazionali quali ACPI-Milano, FERPI-Milano e Confindustria. E’ iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1999.
Fa parte di un gruppo di specialisti per la revisione di testi generati dall’I.A. e partecipa nel Deep Web a un gruppo di approfondimento che ha come focus notizie e valutazioni sulle crisi politiche in atto.

Previous Story

Sostiene Marchionne: il boom delle auto elettriche non c’è