L’andare verso l’assoluto di Giulia Napoleone

Per la pittrice, insignita del Premio Cilento, il libro d’artista nasce dal “bisogno di rendere perfetto il verso che le apparteneva”, cercando di rendere soprattutto conto delle emozioni

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Nell’ambito della rassegna Premio Cilento in Campus 2024 promossa dal Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno, lo scorso giovedì 10 ottobre l’artista Giulia Napoleone è stata ospite presso la biblioteca umanistica “E. Caianiello”. C’è lei tra vincitori del Premio Cilento Poesia 2024 (per la sezione Arti visive) e, in un incontro di grande interesse per gli studenti presenti, ha donato all’ateneo 11 esemplari della sua collezione di libri d’artista, dialogando con i docenti Stefania Zuliani e Vincenzo Salerno sul suo percorso artistico.

Nata a Pescara nel 1936, Giulia Napoleone si è dedicata nel corso degli anni soprattutto, ma non solo, alla pittura e all’incisione, trovando poi mezzo d’espressione proprio nel libro d’artista. Un manufatto che di recente ha visto crescere l’interesse del centro di studi e che è ulteriormente suscettibile d’esplorazione nelle sue varie tipologie, per la sua natura di oggetto continuamente in fieri. E infatti, i lavori di Napoleone offrono un nuovo scorcio su quest’arte preziosa, che la porta a realizzare opere in edizione unica o limitata o unica, lasciandosi ispirare dai testi di grandi poeti del passato o contemporanei, evocando attraverso i disegni le impressioni delle parole. Sono solo alcuni esempi di una vasta produzione gli acquerelli di Acqua (1993) nati dalla poesia Sunday Morning di Wallace Stevens, e i disegni a inchiostro che illustrano Les fleurs du mal (1995-96).

Giulia Napoleone ha affiancato alla sua attività – costellata di esposizioni presso importanti centri artistici, tra cui la Calcografia Nazionale di Roma – un lungo percorso (quarantennale) d’insegnamento; ad esempio, all’Accademia di Belle Arti a L’Aquila e all’Accademia di San Luca; è alla Calcografia che ha già donato 36 dei suoi libri d’artista. Nel corso dell’evento presso l’ateneo salernitano, dell’artista è stata evidenziata l’estrema coerenza e la straordinaria creatività, il suo “muoversi sul confine tra progetto e poesia”, con “un lavoro aperto al mondo e all’indicibile”. Un lavoro che è stato descritto come “un andare verso”, che ha come meta la scoperta continua.

Alla domanda “Cos’è il suo ‘andare verso’? “, Giulia Napoleone risponde: “Andare verso – verso che cosa non lo posso dire – verso l’assoluto, verso la perfezione”, e poi inizia a racconta del suo prossimo lavoro, un libro che è la somma della sua vita. La passione per i libri la accompagna da sempre: dopo la guerra era difficile reperire testi, fatta eccezione per la Biblioteca Comunale di Pescara. Vi si recava con un quadernino sul quale appuntava le poesie di Charles Baudelaire, Cesare Pavese, Walt Whitman, e così cresceva il suo interesse. Così è nato per Giulia Napoleone il libro d’artista, dal “bisogno di rendere perfetto il verso che le apparteneva”, cercando di rendere soprattutto conto delle emozioni.

Il professor Vincenzo Salerno sottolinea la componente della scrittura manuale presente su alcuni dei suoi lavori; vi sono infatti i libri realizzati con gli editori, e il libro realizzato a mano, impossibile da replicare uguale: un discorso totalmente diverso, che la rende più libera nel dedicarsi al lavoro.

Ci si è poi soffermati sulla lentezza propria dei lavori di Giulia Napoleone, per la loro stessa natura che richiede dedizione e pazienza: un valore oggi occultato dalla frenesia della vita che viviamo. L’artista spiega come per lei esista il Tempo con la maiuscola, e non le “ore di lavoro” in quanto tali, insomma si apre così a una dimensione differente che consente all’arte di prendere vita.

Le domande poste all’artista dagli studenti non fanno che rivelare e confermare quanto emerso nel corso dell’incontro: che cioè la sua attitudine sia poliedrica e varia, e continui a nutrirsi dell’arte in tutte le sue forme, per poi restituire al mondo la sua, di arte. Dal legame con la musica – lo studio del violino, e l’interesse per il lavoro dei musicisti contemporanei – e con la fotografia, che ha segnato una lunga parentesi artistica e lavorativa, legata al viaggio ma anche alla scoperta (in luoghi come la Sardegna, la Spagna, il Nord Africa), per arrivare alle curiosità che riguardano più da vicino la scrittura: se abbia mai provato a tradurre – sì, Emily Dickinson, laddove insoddisfatta di alcune traduzioni in italiano – e se abbia mai sentito l’esigenza di scrivere lei stessa poesie: no, risponde semplicemente, che attraverso di lei la poesia “non è mai venuta, né l’ho mai cercata”, “non ha chiesto di venire al mondo”.

Così, con semplicità disarmante, Giulia Napoleone riscrive ed espande i limiti – inadeguati, spesso soffocanti – che sono stati imposti al tempo e all’arte.

Annateresa Mirabella

Nata nel 1996, è laureata in Semiotica e in Filologia Moderna. Attualmente frequenta il master in Critica Giornalistica presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico

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