La Biblioteca del Polo Umanistico dell’Università degli Studi di Salerno ha ricevuto in dono Il fiore di guerra e di pace, libro d’artista realizzato da Ernesto Terlizzi. Lo scorso 17 maggio, a introdurre il maestro sono stati il docente Vincenzo Salerno e il giornalista Davide Speranza: un’occasione anche per celebrare l’istituzione del Laboratorio del Libro d’Artista, in collaborazione tra il Dipartimento di Studi Umanistici e il Polo Bibliotecario di Ateneo.
Vincenzo Salerno ha ricordato, tra i progetti più recenti di Terlizzi, la mostra al MANN (il Museo Archeologico di Napoli) dello scorso anno, parte di un lavoro iniziato un decennio prima e che affronta il tragico, urgente tema delle migrazioni mediterranee; e Una luce per Sarno, curata dall’artista nel 2018 a vent’anni dalla strage causata dall’alluvione, a dimostrazione di una sensibilità fuori dal comune.
Il fiore di guerra e di pace è un’opera che non smentisce la vocazione impegnata dell’autore, chiedendo di dare ascolto e attenzione al dramma della guerra che infuria intorno a noi. Terlizzi ribadisce così la sua concezione artistica: l’arte che non sa restare indifferente ai problemi del mondo.
Il libro d’artista non è un “libro” da intendersi nella sua accezione comune: è un’opera che, in forma di libro, mira a comunicare un messaggio preciso, attraverso varie forme espressive, tattili oltre che visive. È la scelta dell’artista che, curando ogni singolo dettaglio, fa la differenza in questo progetto.
Riconoscibili nella copertina di Terlizzi i tratti peculiari del suo stile: un fiore chiuso, composto, che si staglia su uno sfondo bianco, monocromatico. All’interno, pagine di materiale diverso, ciascuno di diversa natura e provenienza – alcuni dei fogli in una particolarissima carta di origine thailandese – attraversate da una narrazione di tipo sincretico: disegni, immagini realizzate con la tecnica del collage, cara all’artista, ricostruiscono volti, città distrutte, mentre una scritta in corsivo riporta il titolo dell’opera. Nei fogli centrali, si ripete il nucleo tematico: dapprima il fiore che giace in mezzo ai bombardamenti, realizzati metaforicamente attraverso la scelta dei colori e dei materiali, poi ancora lo stesso fiore, stavolta verde, emblema di pace.
Numerose le domande dei presenti e degli studenti rivolte all’artista, circa il rapporto con la propria opera, presente e passata, su come nasce un libro d’artista, sul lavoro donato all’ateneo, sulla scelta dei materiali. Interrogato sulla propria produzione, Terlizzi ha affermato: «non puoi odiare la tua arte: al contrario, puoi riconoscervi la tua evoluzione».
E nel percorso del maestro, è impossibile non riconoscere lo spirito – non soltanto artistico – di chi ama profondamente l’umanità e vorrebbe proteggerla dal suo lato più crudele, rammentandole la possibilità di un’esistenza più luminosa.