Al Nord si vive meglio che al Sud. La conferma arriva dalla nuova indagine de “Il Sole 24 ore” sulla qualità della vita, indagine declinata per il terzo anno consecutivo per fasce d’età: bambini, giovani e anziani.
In base al punteggio medio conseguito nei dodici indicatori selezionati per quanto riguarda i bambini è la provincia di Siena a conquistare il primo posto seguita da Aosta, Ravenna, Firenze e Bologna mentre nelle ultime cinque posizioni ci sono Agrigento, Cosenza, Trapani, Reggio Calabria e Crotone.
Relativamente, invece, alla fascia d’età dei giovani, il gradino più alto del podio va a Ravenna seguita dalle province di Forlì-Cesena, Ferrara, Piacenza e Grosseto; chiudono la classifica Catanzaro, Roma, Napoli, Sud Sardegna e Taranto.
Infine, per la fascia d’età degli anziani, la provincia con la migliore qualità della vita è Trento poi ci sono Bolzano, Fermo, Trieste e Sondrio; dalla parte opposta dell’elenco compaiono Reggio Calabria, Messina, Massa-Carrara, Pistoia e Lucca.
In questo quadro generalmente pessimistico per il Sud, la Campania sicuramente non si distingue ma piuttosto conferma la visione di un Mezzogiorno che ha risentito maggiormente della difficile congiuntura economica che si sta attraversando. A tal proposito basta vedere i risultati conseguiti nei vari indicatori per fasce d’età dalle cinque province.
Napoli. Non ci sono davvero buone notizie per coloro che abitano nella provincia del Capoluogo di Regione. La classifica finale relativa alla qualità della vita per la fascia d’età bambini colloca Napoli al 102esimo posto su 107. Tra gli indicatori presi in esame i risultati peggiori vengono conseguiti relativamente allo spazio abitativo, dove Napoli si colloca 107esima. Pessimi risultati anche per quanto riguarda la presenza di asili nido e di verde attrezzato (in entrambi i casi 104esimo posto) e per la competenza alfabetica non adeguata tra gli studenti di terza media (100esimo posto). Il miglior risultato si ottiene per la presenza di pediatri ogni mille residenti tra gli 0 e i 14 anni; sono, infatti, 2,7 e questo fa guadagnare il 14esimo posto. La provincia napoletana è bassa anche relativamente alla fascia d’età dei giovani. Nella classifica generale si colloca al 104esimo posto per la qualità della vita. I dati più preoccupanti sono quelli relativi ai Neet, i giovani che non lavorano e non studiano, che sono il 37,4% contro una media del 22,1 e quelli sulla disoccupazione giovanile al 32,6% contro una media del 14,6% (in entrambi i casi al 104esimo posto). Ma Napoli ottiene anche un 103esimo posto per quanto riguarda il grado di soddisfazione per il proprio lavoro tra i giovani occupati che hanno tra i 20 e i 34 anni. Di contro raggiunge il decimo posto per l’età media del parto che è intorno ai 31,7 anni e un 16esimo posto per i matrimoni celebrati ogni mille abitanti. Infine la provincia di Napoli è 88esima nella fascia d’età relativa agli anziani. Il peggior risultato, ovvero il 106esimo posto, lo ottiene in merito alla speranza di vita a 65 anni. Di contro è quinta se si prende in considerazione la percentuale di persone anziane costrette a vivere da sole, segno della presenza ancora forte di una rete familiare.
Salerno. Andando ad esaminare i dati relativi alla provincia più grande della Campania, anche qui non c’è da stare allegri. Nell’indagine sulla fascia d’età dei bambini, Salerno si colloca al 91esimo posto nella classifica generale. Esaminando i vari parametri presi in considerazione, si nota un 96esimo posto relativamente alla spesa per servizi ed interventi sociali ed un 95esimo per l’incidenza percentuale sul reddito pro capite della mensa scolastica. Ma non va bene nemmeno per quanto riguarda la presenza di asili nido (87esimo posto) e la competenza numerica tra gli studenti di terza media (85esimo posto) e quella alfabetica (82esimo). Nella classifica relativa ai giovani la provincia salernitana ottiene un 95esimo posto. In questo caso da segnalare un -7,9% di residenti giovani rispetto al 2019 che colloca Salerno all’86esima posizione. Ma non va bene nemmeno per quanto riguarda l’incidenza sul reddito dei canoni di locazione (93esimo posto) e per la percentuale di disoccupazione giovanile che si attesta al 22,9% e la colloca al 90esimo posto. La posizione migliore la ottiene nella classifica relativa agli anziani. In questo caso la provincia si colloca all’87esimo posto. Tra gli indicatori peggiori anche in questo caso la speranza di vita a 65 anni (94esima) a cui si aggiunge la presenza di posti letto nelle Rsa, solo 3,6 ogni mille over 65 (98esimo posto).
Caserta. Nella classifica relativa alla qualità della vita per i bambini la provincia di Caserta è 98esima. Tra i parametri peggiori quello sulla presenza di asili nido (107esima) e sulla spesa per servizi e interventi sociali (101esima). Non va bene nemmeno per la presenza di verde attrezzato (99esima). Ma nell’indagine che prende in esame i giovani sale invece al 74esimo posto. Tra i dati positivi emerge un sesto posto per i canoni di locazione e un 15esimo posto per gli amministratori locali under40. C’è anche un 14esimo posto per il quoziente di nuzialità. Caserta si classifica tra le prime 50 anche relativamente all’età media del parto (34esimo posto) e la soddisfazione per il proprio lavoro (47esimo posto). Purtroppo anche qui i dati relativi alla disoccupazione e ai Neet sono sconfortanti. Nel primo caso la percentuale si attesta al 24,8% e nel secondo al 32,2% e per entrambi i valori la posizione è la 94esima. Infine Caserta è 97esima se si considera la qualità della vita per gli anziani. Purtroppo ottiene un ultimo posto per la presenza di posti letto nelle Rsa e un 105esimo per la speranza di vita a 65 anni. L’unico elemento positivo è relativo al numero di cittadini esposti ad inquinamento acustico. La posizione in questo caso è la quarta.
Avellino. Passiamo alla provincia più verde della Campania. Avellino ottiene un 76esimo posto per la qualità della vita relativa alla fascia d’età dei bambini. Il parametro più negativo è quello della spesa per servizi ed interventi sociali ed infatti si colloca al 102esimo posto. Tra gli elementi positivi un 29esimo posto per la presenza di giardini scolastici e un 39esimo per la presenza di pediatri. Buono anche il risultato sulla presenza di edifici scolastici con palestra (52esima). La provincia di Avellino scende in classifica generale se si considera la fascia d’età dei giovani. È, infatti, 92esima. Registra un -9,3% per la presenza di residenti giovani rispetto al 2019 collocandosi al 94esimo posto ed è 101esima per l’età media del parto. Anche qui la disoccupazione giovanile si fa sentire con una percentuale del 24,7% (93esima) pur essendoci una minore percentuale di Neet ed infatti è al 74esimo gradino. Si risale, invece, se si considera la classifica generale per gli anziani. In questo caso Avellino è 77esima. Diversi i parametri che la vedono tra le prime cinquanta province italiane, ma ci sono anche degli indicatori meno positivi. Ad esempio è 97esima per la spesa degli entri pubblici per il trasporto degli anziani e 93esima per la speranza di vita a 65 anni.
Benevento. Infine, la più piccola delle province della Campania. Benevento è 80esima nella classifica generale sulla qualità della vita dei bambini. Le posizioni peggiori le ottiene per la spesa per servizi ed interventi sociali (99esima) e per la presenza di giardini scolastici (95esima). Non va bene nemmeno per quanto riguarda gli asili nido (91esima). Alta la posizione nella classifica generale che esamina la fascia d’età dei giovani. In questo caso è 64esima. La disoccupazione giovanile qui, infatti, è al 16,1% poco al di sopra della media nazionale (14,6%) ed è alta anche la percentuale di laureati 26,6% di contro al 26,7% nazionale. Tuttavia, stando all’indagine, gli elementi positivi non basterebbero a far sì che i giovani non vadano via. Basti pensare che dal 2019 ad oggi, la provincia di Benevento registra un saldo negativo di -11,1% di residenti tra i 18 e i 35 anni e pertanto è 103esima su questo parametro. Infine la categoria degli anziani. La provincia di Benevento è 83esima nella classifica generale. Tra gli indicatori sui quali bisognerà lavorare quello della presenza di geriatri ogni mille abitanti (93esima) e quello relativo al consumo di farmaci per malattie croniche (98esima). Senza contare il 102esimo posto ottenuto per la spesa degli enti pubblici per il trasporto anziani.