È stata pubblicata da pochi giorni dal gruppo rap romano Assalti Frontali la canzone dal titolo “Fan**lo ci siamo anche noi”[1]. La canzone si concentra sulla sorte delle bambine e dei bambini all’interno della Striscia di Gaza. Cosa mette al centro questa canzone? Evidenzia il fatto che l’invasione di Israele sta colpendo soprattutto la popolazione più giovane di età, con le morti e le lesioni, ma anche con la denutrizione e un’esperienza traumatica di massa difficilmente superabile.
Questo dramma non è iniziato dopo il 7 ottobre 2023. Ad esempio, un commento di Yossi Klein pubblicato da Haaretz l’11 maggio 2023 aveva come titolo “I bambini morti di Gaza ci perseguiteranno per sempre”[2]. La situazione è poi precipitata in modo ulteriore. Già il 31 ottobre 2023, l’Unicef pubblicava un resoconto dal titolo “Gaza è diventata un cimitero per migliaia di bambini. Per tutti gli altri è un inferno”[3]. Agli inizi di febbraio 2024, Gideon Levy ricordava che orami erano già 11.500 i bambini uccisi a Gaza e che, come riportato nel titolo di Haaretz, “L’orrore di questa scala non ha spiegazione”[4].
C’è chi nega questi numeri
Tuttavia, di fronte a questi numeri non solo la strage non si ferma – una strage tale che, per le condizioni in cui si ritiene che sta maturando, ha mosso una serie di Stati a chiedere il riconoscimento di un genocidio in corso[5] – ma qualche studioso è arrivato a mettere in discussione le statistiche, essendo esse basate su informazioni del Ministero della salute di Gaza, controllato da Hamas. Secondo Abraham Wyner, professore di Statistica e Scienza dei dati presso la Wharton School dell’Università della Pennsylvania, “il bilancio delle vittime di Hamas a Gaza è esagerato o falsificato”[6], evidenziando che “il Ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha “falsificato” i numeri delle vittime”. Secondo lo studioso, in un articolo pubblicato da Tablet, “la prova è nelle loro stesse cifre falsificate”[7]. In particolare, Wyner scrive: “ecco il problema di questi dati: I numeri non sono reali. Questo è ovvio per chiunque capisca come funzionano i numeri naturali. Le vittime non sono per la maggior parte donne e bambini, e la maggioranza potrebbe essere costituita da combattenti di Hamas (…). Considerato nel suo insieme, cosa implica tutto questo? Sebbene le prove non siano decisive, è altamente suggestivo che per riportare i numeri sia stato utilizzato un processo non collegato o vagamente connesso alla realtà. Molto probabilmente, il ministero di Hamas ha stabilito un totale giornaliero in modo arbitrario. Lo sappiamo perché i totali giornalieri aumentano troppo costantemente per essere reali. Poi hanno assegnato circa il 70% del totale a donne e bambini, dividendo questa cifra in modo casuale da un giorno all’altro. Poi hanno inserito il numero di uomini stabilito dal totale predeterminato. Questo spiega tutti i dati osservati.”
Le conferme dei dati (e dei morti)
Le conferme della fondatezza di questi dati sono arrivate da molteplici voci: sia scientifiche che istituzionali. Ad esempio, in un articolo del 15 marzo, Les Roberts, epidemiologo e professore emerito presso la Mailman School of Public Health della Columbia University, che ha partecipato alla misurazione sul campo della mortalità in molteplici situazioni di guerra, ha evidenziato che “la scienza è chiara. Oltre 30 mila persone sono morte a Gaza”[8]. Roberts ha scritto che “poiché il conteggio dei morti è compilato dal Ministero della Sanità locale (MOH), un’agenzia controllata da Hamas, che governa Gaza, il conteggio è stato soggetto a scetticismo. L’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite e gli opinionisti online hanno sostenuto che i numeri sono esagerati o, come ha affermato un recente articolo di Tablet, semplicemente falsificati.” E ha aggiunto: “In realtà, i numeri sono probabilmente conservativi. La scienza è estremamente chiara (…). I numeri del MOH di Gaza combinano combattenti e civili? Sì, ma questo non implica una manipolazione. Fare una distinzione a volte non è richiesto ed è funzionalmente difficile per il sistema sanitario. C’è qualcosa di imperfetto in ogni misura governativa, ma questo non significa che debba essere ignorata”. A queste considerazioni statistiche ne ha aggiunta una sociologica, individuando la necessità di un terreno comune per continuare a confrontarsi: “Ci sono alcuni elementi costitutivi della società che richiedono un accordo per funzionare bene collettivamente. La società è più debole e il discorso è meno produttivo se non riusciamo a trovare un accordo almeno su alcune cose fondamentali. Nel caso di Gaza, riconoscere che il 7 ottobre c’è stato un attacco spaventoso ed estremamente mortale e che da allora sono morti più di 30.000 gazawi, per lo più donne e bambini, sembra il più elementare dei capisaldi della realtà su cui muoversi per una discussione costruttiva e una eventuale risoluzione”.
Queste considerazioni si combinano con dati, informazioni e testimonianze provenienti dal terreno, anche di fonte istituzionale. Ad esempio, un articolo di Time del 15 marzo riportava il seguente titolo: “’Assolutamente orribile’. Quello che i medici volontari americani hanno visto a Gaza”[9]. E il 26 marzo, l’Unicef ha pubblicato il riassunto di ciò che è stato detto dal suo portavoce James Elder durante l’incontro con la stampa al Palazzo delle Nazioni di Ginevra, con il seguente titolo: “I bambini di Gaza: Intrappolati in un ciclo di sofferenza”[10]. È utile leggere le sue parole: “prima di questa guerra, il deperimento infantile nella Striscia di Gaza era raro, con meno dell’uno per cento dei bambini sotto i 5 anni di età gravemente malnutriti. Oggi un bambino su tre sotto i 2 anni è gravemente malnutrito. È chiaro che il nord ha bisogno di enormi quantità di cibo e di trattamenti nutrizionali, con urgenza. Ma siamo chiari: i nostri sforzi per fornire questi aiuti sono ostacolati. C’è un vecchio punto di passaggio esistente, Erez, che potrebbe essere utilizzato e che si trova a dieci minuti da coloro che stanno affrontando la carestia. Dieci minuti. Se lo aprissimo, potremmo risolvere la crisi umanitaria nel nord del Paese in pochi giorni. Ma rimane chiuso”.
E intanto ogni giorno si contano – necessariamente – nuovi morti. Il 1° aprile il conteggio a Gaza è giunto a 32.845 morti, di cui almeno 13 mila bambini e bambine, a cui aggiungere la stima di 8 mila persone disperse. In un territorio con quasi due milioni di sfollati interni, 360 mila case rotte o distrutte, quasi 400 scuole danneggiate[11]: un territorio che già in una serie di articoli di fine 2023 Haaretz aveva definito “un nuovo tipo di inferno … una realtà impensabile”[12].
[1] ASSALTI FRONTALI – FAN**LO CI SIAMO ANCHE NOI (youtube.com)
[2] The Dead Children of Gaza Will Always Haunt Us – Opinion – Haaretz.com
[3] Gaza è diventata un cimitero per migliaia di bambini. Per tutti gli altri è un inferno | UNICEF Italia
[4] 11,500 Children Have Been Killed in Gaza. Horror of This Scale Has No Explanation – Opinion – Haaretz.com
[5] Accuse di genocidio contro Israele: ecco le posizioni della comunità internazionale | Euronews
[6] Expert: Hamas death toll anomalies suggest they are faked – The Jerusalem Post (jpost.com)
[7] How the Gaza Ministry of Health Fakes Casualty Numbers – Tablet Magazine
[8] The Science Is Clear. Over 30,000 People Have Died in Gaza | TIME
[9] ‘Absolutely Horrific.’ What U.S. Doctors Saw in Gaza | TIME
[10] Gaza’s Children: Trapped in a cycle of suffering (unicef.org)
[11] Israel-Gaza war in maps and charts: Live tracker | Israel War on Gaza News | Al Jazeera
[12] A New Kind of Hell in Gaza: Key Haaretz Articles on an Unthinkable Reality – Palestinians – Haaretz.com