In questo momento, le fotografie fondamentali del compositore e musicista jazz, che risponde al nome di Antonio Onorato, sono due: il clamoroso sold out al ‘Blue Note’ di Milano, fatto che ha segnato e confermato l’escalation ed il suo continuo cambiamento nella ricerca di nuovi sounds rendendoli sempre più interessanti. L’artista partenopeo, che ha un vincolo ancestrale con il Vesuvio, ha entusiasmato, poi, anche il pubblico dell’’Alexanderplatz’ di Roma con un concerto intenso e indimenticabile.
La prima foto vede il tour italiano di Antonio Onorato presentare il suo nuovo lavoro: ‘Napule’s Power’ per la ‘Artis Records/Cramps Music’ e continuare i concerti nei maggiori locali italiani di jazz. Ha duettato con il chitarrista Fabio Mariani alla ‘Casa del Jazz’ di Roma mentre in seguito, sempre a Roma al ‘Palazzo delle Esposizioni’ è stato guest star alla presentazione di ‘Ciao 2001’, storico periodico musicale tornato in edicola; in seguito, ancora, è stato a Taranto al ‘Museo Archeologico Nazionale’ e di seguito a Matera ‘Palazzo Lanfranchi, in duo con il cantante/chitarrista americano David Blamires. Sono state previste, poi, altre tre date per la presentazione del nuovo cd a Napoli, Venezia e Bologna. All’’Alexanderplatz’, Onorato ha presentato alcuni brani del suo nuovo CD Dedicato al ‘Napule’s Power’, accompagnato da Angelo Farias al basso e da Gianmarco Tarallo alla batteria.
Il concerto, introdotto da Renato Marengo (conduttore radiofonico, produttore discografico e giornalista) che ha voluto consegnare ai suoni delle magiche chitarre elettriche dell’indio-napoletano il compito di rendere un grande omaggio al ‘Napule’s Power’ e producendo un il cd ed un vinile, lavoro nel quale Onorato ha rielaborato alla sua unica maniera, i brani e i suoni di quella incredibile stagione artistica. Oltre a sue composizioni originali, Onorato ha eseguito in anteprima assoluta alcuni dei brani contenuti nel nuovo disco, come ‘Un’ora sola ti vorrei’, dedicata agli Showmen e in particolare a Mario Musella, figlio di una napoletana e di un nativo americano sbarcato a Napoli con tanti altri marines alla fine della Seconda guerra mondiale. Antonio, oltre a essere impegnato con la sua musica, si occupa da sempre dei diritti dei nativi americani, sterminati dalla “civilizzazione bianca”. Ha eseguito un pezzo di Pino Daniele, Voglio di più, e uno di sua composizione, From Napoli to Belo Horizonte, chiudendo il concerto, con una sua versione ipnotica e carica di emozione, la rielaborazione di Tammurriata Nera, spaziando tra armonie del Mediterraneo, Oriente, America latina e India, per rientrare poi nei luoghi più popolari della tradizione musicale napoletana. Standing ovation. Renato Marengo ha voluto portare il commento di Fausta Vetere, oggi a capo della NCCP: «Centinaia sono state le versioni di questo brano dopo che la NCCP l’ha portato al successo, ma la rielaborazione di Antonio Onorato è la migliore e più originale che abbia mai ascoltato.» Poi, «Se nel Golfo del Messico si affaccia Carlos Santana, nel Golfo di Napoli c’è Antonio Onorato…».
Ma si sa che Onorato non ama raffronti anche se la critica, lo ha spesso paragonato a Pat Metheny, a Eric Clapton, a Jimi Hendrix e, appunto, allo stesso Carlos Santana. Oramai, per quello che riguarda qualche musicista, riconoscerne il sound, il mood e le scale che usa sul manico della chitarra, sta diventando sempre più un lavoro semplice. Non è autoreferenzialità gratuita ma solamente una sorta di esperienza che dovrà tuttavia sempre più provare a crescere. Per il partenopeo, che è parte integrante di un Vesuvio che si affaccia sul golfo di Napoli, sembrano aprirsi, tutto d’un tratto, strade nuove e percorsi che possono essere ascritti a semplici coincidenze, le stesse che governano la vita di ciascuno di noi. Uno degli ultimi lavori della ditta Onorato è un bellissimo mini-album che ha come titolo ‘Tra il Vesuvio e il Mare’: una sorta di rivisitazione, insieme al cantante David Blamires (nato nello Yorkshire, in Inghilterra, cresciuto a Londra, e poi trasferitosi nell’Ontario, in Canada e per più di un decennio, membro del ‘Pat Metheny Group’ … proprio quando era all’apice del successo mondiale) con voce avvolgente ed apprezzabilissima, ha dato un testo in inglese al riarrangiamento di ‘Quanno Chiove’, ‘Chi tene ‘o mare’ (entrambe di Pino Daniele), ‘Canzone del Vesuvio’ (brano scritto da Toninho Horta e dedicato allo stesso Antonio Onorato) e‘ˋE scelle’ (brano di Onorato). Qui i due musicisti duettano con il canto di Blamires (in inglese) ed Onorato (in napoletano.) Il cantante, come detto è stato parte integrante della band di Metheny ed è stata la voce dell’album ‘Minuano’ e ‘Last Train Home’, vincitori del Grammy Award. Durante questo periodo ha anche registrato e pubblicato un suo album di ‘contemporary jazz’, con ‘The David Blamires Group’.
La coincidenza
Ma come nasce il sodalizio con Antonio Onorato? Il tutto avviene, (ecco quando la pizza unisce!) in una pizzeria di San Giorgio a Cremano. Tra loro scatta subito qualcosa: la voglia di costruire insieme, mettere in piedi progetti, confrontarsi artisticamente e di scambiarsi le proprie esperienze musicali. Antonio Onorato ha – da sempre – apprezzato la musica di Pat Metheny e del genio chiamato Lyle Mays, musicisti che hanno, in qualche misura, sviluppato un importante ruolo nel corso dello sviluppo del modo unico e originale di fare musica di Onorato. Essendo, poi, legato particolarmente a Pino Daniele (ricordiamo che il partenopeo era il chitarrista preferito da Daniele) e Toninho Horta, l’indio napoletano Onorato propone a Blamires di dare una sua impronta ad alcuni brani di questi due grandi artisti. Ed ecco che nasce il mini album ‘Tra il Vesuvio e il Mare’. Un progetto che definirei pilota anche perchè la storia-collaborazione tra i due non è mica finita, anzi. Antonio Onorato, da parte sua, ha una carriera artistica trentennale nel mondo del jazz, lui figlio del rock e del blues. Onorato, occorre ricordarlo, è uno dei pochi italiani ad aver tenuto un proprio concerto al ‘Blue Note’ di New York, tempio storico del jazz internazionale. Unico al mondo è il solo chitarrista ad utilizzare la ‘breath guitar’ (ovvero la Yamaha G10, detta anche chitarra a fiato). Il fraseggio jazz, tutto napoletano, lo rende irripetibile nel panorama musicale mondiale. Unico nel suo genere, l’ecletticità, insita in lui, gli offre la possibilità di spaziare dal jazz, al jazz-rock, passando per la ‘world music’ fino alla composizione per orchestra. Studioso di etnomusicologia, la sua ricerca si basa sulla fusione degli stilemi armonico-melodici del linguaggio della musica napoletana con la musica afro-americana, medio-orientale e brasiliana che lo hanno portato ad individuare un linguaggio del tutto personale. Ambasciatore della cultura italiana all’estero, ha portato la propria musica in tutto il mondo, suonando in Cile, Brasile, Stati Uniti, Messico, Angola, Uganda, Marocco, Tunisia, Iraq, Turchia, Inghilterra, Danimarca, Svizzera, Albania, Slovenia.