Parole nuove per Alfonso Gatto: infiniti i percorsi di lettura e di studio che si intrecciano intorno alla figura dell’intellettuale salernitano, che consentono di illuminare angoli ancora nascosti – e di grande interesse per la ricerca – della sua produzione. Il progetto Con parole nuove (comitato scientifico: Rosa Giulio, Vincenzo Salerno, Filippo Trotta), prevede un ciclo di seminari curati dalla Fondazione Alfonso Gatto (di cui Trotta è presidente) in collaborazione con l’omonimo Centro di ricerca interdipartimentale, diretto dal prof. Vincenzo Salerno (docente di Letterature comparate presso l’ateneo salernitano).
Tra marzo e aprile, una serie di lezioni aperte a studenti e a tutti gli interessati presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Salerno: uno sguardo originale su Gatto, attraverso il contributo di studiosi di provenienza accademica e relatori che hanno esplorato autonomamente alcuni aspetti della produzione gattiana.
Il ciclo è stato inaugurato il primo marzo con l’intervento di Federica Mariani introdotta dal professor Alberto Granese, “Tutto di noi gran tempo ebbe la morte. Lettura tematica e stilistica della poesia di Alfonso Gatto”, uno studio volto a «scavare a fondo nel percorso biografico dell’autore per comprendere le ragioni che lo hanno spinto a comporre versi in cui il silenzio dei morti è ricorrente. La sua opera, seguendo lo sviluppo della lirica del tempo, parte dal modello ermetico e giunge all’impegno civile e morale della Resistenza e con essa si sviluppa anche il tema della morte, che da una iniziale immagine consolatoria relativa alle numerose perdite affrontate dal poeta, diventa l’orribile morte fisica della guerra» (dalla pagina Facebook della Fondazione Alfonso Gatto).
Gli incontri dell’8 marzo
Introdotto dalla professoressa Irene Chirico, l’evento dell’otto marzo ha visto ospiti Morgane Crotti (“Il ritorno dell’infanzia: metamorfosi dell’acqua nella poesia di Alfonso Gatto”), Alessandra Mazzini (“La poesia per bambini come progetto educativo di Alfonso Gatto”) e Luigi Ernesto Arrigoni (“Tecniche cinematografiche nella poesia di Alfonso Gatto”). Il contributo di Crotti, dottoranda in Études italiennes presso l’università Paul Valery di Montpellier, ripercorre all’interno della poetica gattiana il valore dell’elemento dell’acqua e il modo in cui questo attraversa le stagioni della vita del poeta, riflettendo anche il suo rapporto con la terra d’origine e con l’infanzia. È sull’infanzia che si concentra, poi, l’approfondimento di Mazzini, ricercatrice in Storia della pedagogia presso l’Università degli studi di Bergamo, che illustra le sue ricerche rispetto all’attività di Gatto poeta per bambini: partendo da Il sigaro di fuoco (1945), raccolta che si colloca in un più ampio progetto pedagogico, che vedeva nell’infanzia la possibilità di costruire un modello civile. Infine, con Arrigoni – già autore di Metrica e arte nella poesia di Alfonso Gatto (2015) – un viaggio nelle contaminazioni dalla settima arte nella produzione del poeta – sottolineando anche la sua attività di recensore cinematografico: un aspetto sinora poco considerato dalla critica che spalanca ulteriori orizzonti per la comprensione dei lavori di Gatto.
Le prossime date del ciclo di seminari
Proseguendo con i propositi di Con parole nuove, anche gli imminenti incontri in programma all’Università di Salerno offriranno nuovi punti di vista sulla produzione gattiana, spaziando dalla critica dell’autore rivolta al mondo dell’architettura – il 15 marzo, con l’architetto Hosea Scelza, che nel 2010 ha accompagnato l’edizione degli Scritti di architettura del poeta salernitano con un suo saggio e che tratterà appunto di “Alfonso Gatto e la critica dell’architettura” – al tema del ciclismo che confluisce nella poesia, il 19 aprile con Massimo Cerulo, docente di Sociologia all’Università Federico II (e autore di un libro su Gatto in cui viene narrata la sua esperienza di inviato al Tour de France e al Giro d’Italia) con un intervento dal titolo “Gatto e il ciclismo. La poesia in bicicletta”.