Carpentieri, una vita per il jazz rock

La tigre di Salerno è un chitarrista particolarmente versatile e conosciuto per la sua enorme grinta e quel mood particolare che trasmette anche dal palco

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Angelo Carpentieri, salernitano verace, chitarrista poliedrico e ricco di virtuosismi che impreziosiscono le sue composizioni, richiama la mia attenzione specialmente per la sua evoluzione nel mondo molto difficile della musica ed in particolare della jazz-fusion. Il musicista, noto anche per la sua enorme grinta e quel mood particolare che trasmette sia sul palco, quando è chiamato come sideman che negli studi discografici, per apportare al prodotto finale, la sua meravigliosa peculiarità jazzistica (del resto molto personale). Angelo Carpentieri era stato già oggetto di un mio interesse qualche anno fa. Nei giorni scorsi lo abbiamo incontrato al Bar Caruso di Salerno, proprio nel cuore del ‘Parco Pinocchio’, un appuntamento tra amici, nella sua città natale e dinanzi ad un paio di caffè, proprio per sentire le sue novità. Parleremo, riscoprendo l’ambiente jazzistico di Salerno, degnamente rappresentato dal suo chitarrista di punta, ovviamente di levatura ed entrato nel panorama italiano.

L’artista di cui parleremo è chitarrista molto versatile stando sempre ‘sul pezzo’ ed in questo caso, ‘sul manico’ di Gibson e Fender Stratocaster che da sempre lo accompagnano.

Angelo, gli amanti del jazz-blues, con una manciata di rock, hanno apprezzato il tuo personale stile musicale. Mood particolare e piacevole. Mi riveli come viene fuori questo tuo chitarrismo?

Il mio stile musicale nasce dai tanti laboratori ispirati a tantissimi chitarristi che sin da piccolo attiravano la mia attenzione, il mio orecchio, pertanto lo studio continuo e l’essere autodidatta ed ho avuto bisogno di ‘full immersions’ in studi molto più seri che mi hanno permesso di darmi la possibilità di potermi esprimere in maniera personale. I chitarristi a cui mi sono ispirato e che mi hanno spronato a darci dentro sono stati Pino Daniele che mi ha fornito indicazioni su cose specifiche (l’armonia) ed i musicisti che gli giravano intorno. Posso dire che mi hanno attratto quei sacri mostri come Larry Carlton, B.B. King, le contaminazioni blues-jazz come George Benson, Mike Stern, Scott Henderson. Oggi però cerco di ascoltarli poco perché preferisco ascoltare altri strumenti per avere una mente più aperta e pulita.

In che modo ha cercato di personalizzare il tuo modo di suonare?

Innanzitutto vengo da un’estrazione che per certi versi era pop e per questo ho suonato con diversi artisti eseguendo quello che era lo spartito. In ogni caso quello che ho scoperto essere la pozione magica è stata quella di fare e creare cose mie ed essere me stesso, mettendoci dentro quello che sentivo dal pop al rock passando per il blues e per il jazz e soprattutto senza avere alcuna velleità o pensare di diventare un ‘guitar hero’ … quello che la mia anima sentiva di creare sfruttando la tua tecnica e con lo studio sono riuscito a creare questo mio modo particolare di cui dici.

Tu hai registrato, per ‘VideoRadio’, un meraviglioso lavoro discografico ‘Jazzer Grooving’, che ha riscosso molto successo anche sulle diverse piattaforme digitali. Cosa esprime quel disco che mi ha colpito molto?

Il mio ‘Jazzer Grooving’ è un cassetto di idee che avevo per cui grazie anche alla crescita ho cercato di mettere brani che avevo scritto già nel passato realizzando quel disco. Mi fa piacere che tu avverta questo tipo sensazione che ho trasmesso e credo, come tu sostieni, che quel disco possa essere attuale e questo mi rende felice perché per me non esiste affatto la musica vecchia e quella nuova. Per me esiste la musica:  lì, nel mio lavoro discografico vi sono una chitarra, un sassofono, una batteria, un pianoforte, delle percussioni e tutto questo non può avere una data di scadenza.

Dimmi dei tuoi progetti immediati ed a lunga gittata…

Quello che ho intenzione di realizzare, probabilmente anche a breve scadenza, è portare avanti lo stesso discorso e messaggio di ‘Jazzer Grooving’, album che mi appartiene e mi rappresenta in toto. Io continuo a progettare e faccio parte anche di altri progetti esterni e con altre band. Per l’immediato credo di voler realizzare un disco. Sto sperimentando delle nuove cose ed anche brani di quel disco con una nuova formazione molto più ridotta, credo un quartetto  senza piano e tastiere in maniera da poter essere più libero di esprimermi. Inizierò a suonare con questo nuovo progetto, fare dei video per farlo conoscere.

Angelo Carpentieri, guitarist, continua, intanto la sua collaborazione con il gruppo dei ‘Jocando Latina’, band fusion latin jazz, insieme ad altri amici musicisti: Alessandro La Corte al piano, Paolo Pelella, al basso, Davide Cantarella alle percussioni e Carlo Salentino alla batteria.

Il primo lavoro dei ‘Jocando Latina’, è stato realizzato con nostre composizioni originali … con in più due brani rivisitati di Hugo Fattoruso, polistrumentista di Montevideo, e Gilberto Gil.

Carpentieri, salernitano di origine protetta, ha collaborato con diversi artisti, seguendoli anche in tournée e parliamo di Mike Francis, Ana Flora, Dilene Ferreraz, Fabio Concato, Sherrita Duran, condividendo la scena con Phil Manzanera, Mario Venuti, Karl Potter, Enzo Decaro, Marcello Colasurdo, Marco Masini, Papa Winnie, Enzo Gragnianiello, Cheryl Porter, Rosalia de Souza, Stefano Sani, Jò Chiarello, Alberto Cheli, Alan Sorrenti, Gianni Bella, Tony Esposito, hai poi (andando indietro nel tempo) collaborato con Alessandro La Corte per la nascita di uno storico gruppo ‘Carico Eccessivo’ … gruppo che fa parte degli inizi del brillante chitarrista. Ha poi dato il suo contributo artistico anche in qualche contesto televisivo sia su reti nazionali che su Mediaset.

 

Antonino Ianniello

Nasce con una spiccata passione per la musica. Si laurea in lettere moderne indirizzando la scrittura verso il giornalismo, percorre in maniera sempre più approfonditamente e competente le strade della critica musicale, pubblicando numerosi articoli su jazzisti contemporanei e prediligendo, spesso, giovani talenti emergenti. Ama seguire il jazz, blues e fusion e contaminazioni.

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