Natale festa laica? Ci basta il pensiero magico dei bimbi

Tradizioni cristiane e non, mero consumismo e il valore della famiglia. Alla fine lo stupore dei bambini ci fa ritrovare il sorriso

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Anno dopo anno, anche qui da noi sempre più comuni, stanno introducendo la nordica “Festa d’Inverno” in concomitanza del Natale; forse per essere più inclusivi nei confronti di chi cristiano non è, per celebrare la stagione invernale o per moderare il consumismo associato a questa festa… Le motivazioni sono tante ed eque visto che oggi Natale è diventato -per le tante nazioni che lo festeggiano- più una festa laica in attesa del nuovo anno, che una memoria almeno storica se non religiosa della nascita del Cristo.
Una festa tanto laica che anche in Giappone e Asia orientale (dove i più sono atei, con minoranze di shintoisti e buddhisti) l’hanno adottata da decenni chiamandola Kurisumasu (palese traslitterazione di Christmas!) e quando si danno gli auguri dicono “Merii Kurisumasu” che suona tanto merry christmas. Ma poi, senza andare laggiù anche gli ebrei occidentali (non ortodossi) -che con Cristo dovrebbero avere un conto aperto- la festeggiano laicamente facendo anche gli auguri ai cristiani; lo testimonio anch’io: ogni anno ne ricevo da due amici ebrei e romanacci de Roma… e io glieli rifaccio con piacere.

L’identità spirituale ognuno se la tiene per sé.

Dal punto di vista sociologico il Natale religioso e quello laico hanno in comune la celebrazione dei valori della famiglia, della comunità e della solidarietà; è un momento in cui le persone si riuniscono per festeggiare insieme, scambiarsi doni e trascorrere del tempo con i propri cari…ma è innegabile che sia diventata la festa del business, del divertimento e del relax: secondo Federalberghi tra questo Natale e Capodanno in Italia si muoveranno oltre 19 milioni di persone per un giro d’affari complessivo di 15 miliardi di euro. Il settore turistico è quello che registra il maggiore incremento, con un aumento del 9,9% rispetto al Natale 2022. Seguono il commercio (+12,5%) e la ristorazione (+7,9%). Le spese degli italiani a Natale sono incentrate principalmente sui regali, che rappresentano circa il 40% del totale. Seguono le spese per i viaggi (20%), la ristorazione (15%), l’abbigliamento (10%), etc..: una festa più laica e consumistica di così?

Il Natale è da anni caratterizzato da una serie di tradizioni non prettamente cristiane, tra queste la più diffusa è l’abete -simbolo teutonico di vita e di speranza- addobbato e con i doni alla base; anzi se vogliamo essere schietti, dovremmo ammettere che nel secolo passato, intorno agli anni ’60, proprio l’adozione massiccia in Italia dell’abete come albero di Natale ha sancito l’inizio del consumismo con l’uso di mettere i doni ai piedi la notte del 24 dicembre… chi ha qualche decennio sul groppone ricorda che negli anni ’60 qui al Sud era ancora la Befana a portare i doni la notte del 6 gennaio; Natale era la nascita di Cristo e basta, a mezzanotte si faceva la tradizionale processione nel condominio col Bambinello cantando “Tu scendi dalle stelle” scritta da Sant’Alfonso Maria de’Liguori.

San Nicola
Odino Errante

Babbo Natale all’estero si trasforma per lo più nella versione nordeuropea di San Nicola; nel Benelux viene ancora rappresentato come il San Nicola Vescovo con tanto di Mitra con la croce, mentre nel nord Europa di tradizione germanica il Babbo Natale tradizionale ha un occhio orbo perché rappresenta l’Odino Errante che porta doni; comunque sia è sempre rappresentato come un uomo anziano con una lunga barba bianca, con un bel pancione, che viaggia con un sacco pieno doni, e il fatto poi che viva al Polo Nord a Rovaniemi in Finlandia, è un upgrade degli anni ’60-’70, ce l’hanno imposto la TV e la pubblicità di quei tempi che cominciarono ad ordinarci di mettere i doni sotto l’albero.

In definitiva il periodo del Natale di oggi, con tutto il bailamme di doni, luminarie sempre più costose per attirare shopping, feste di piazza milionarie, manifesti sempre più grandi e colorati, pubblicità televisiva invadente, inviti a consumare e a comprare, cenoni con artisti più o meno noti, etc.. è senz’altro un’allegra e fantasiosa festa assolutamente laica in attesa del nuovo anno, e tutto quanto costituisce il simbolo, il ricordo religioso e soprattutto il perché si cominciò a festeggiare questa ricorrenza… è abbondantemente sottinteso, diciamo pure taciuto.

… ma i nostri nipotini?

Quello che è invece irrinunziabile -e ci porta a dimenticare impegnative dicotomie- è lo stupore dei nostri bambini per il Natale; è un’esperienza magica che rimane impressa nella memoria per sempre. I bambini sono affascinati dalla intensità della festa e da ciò che la rappresenta: la figura di Babbo Natale, con il suo abito rosso, la barba bianca e la slitta trainata dalle renne. Quando lo vedono per la prima volta, i loro occhi si illuminano di gioia e di stupore. I bambini sono felici di vederlo perché rappresenta per loro la magia del Natale. È il simbolo dell’amore, della generosità e della speranza che porta doni ai bambini buoni e questo li fa sentire amati e speciali.

I bambini sono caratterizzati dal cosiddetto “Pensiero magico”. Loro non hanno bisogno della razionalità per cui la loro mente è aperta a confidare in cose incredibili per gli adulti. I miei piccoli nipotini sono felici di credere che quegli elfi di legno nei pressi dell’albero o che sorvegliano il Presepe sono lì per loro e che li abbia mandati Babbo Natale a testimoniare che facciano i bravi.

Il pensiero magico nei bambini li aiuta ad allenarsi ad affrontare la realtà, che spesso è complessa e cruda, ed è la prova di come i bambini piccoli non si pongano domande sull’esistenza di Babbo Natale nonostante le numerose contraddizioni dei racconti che facciamo e in cui noi non crediamo. Con il tempo, questo pensiero verrà sostituito dalla razionalità; però diciamo la verità, anche alla nostra età piacerebbe crederci: un po’ di sogno gratis al posto di una realtà tosta che sembra appartenere a un passato che credevamo finito, tra guerre e crisi socioeconomiche…

Comunque sia Buon Natale a tutti e anche se laici non tralasciamo la nostra cultura cristiana di Pace, e ai nostri nipotini, ricordiamo cosa accadde 2023 (ad essere pignoli, 2029) anni fa.

 

Carlo De Sio

Laureato in Scienze Politiche ed Economiche, con Master in Psicologia sociale e P.R, ha lavorato nella Comunicazione d’impresa e nelle Relazioni Pubbliche per oltre 40 anni. Ha fatto parte dei direttivi di Organismi nazionali quali ACPI-Milano, FERPI-Milano e Confindustria. E’ iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1999.
Fa parte di un gruppo di specialisti per la revisione di testi generati dall’I.A. e partecipa nel Deep Web a un gruppo di approfondimento che ha come focus notizie e valutazioni sulle crisi politiche in atto.

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