Ho sempre pensato che Il piccolo principe fosse un libro che mette tutti d’accordo. Tradotto in ogni lingua, a circa ottant’anni dalla sua uscita (in realtà prima negli Stati Uniti, nel 1943, e poi postumo in Francia, tre anni dopo) continua ad essere letto in tutto il mondo, dunque un long seller.
Il suo autore, il francese Antoine de Saint-Exupéry, detto Saint-ex, era un aviatore e soprattutto a mio avviso un saggio/idealista. Quest’opera che ci ha lasciato volle dedicarla al suo amico Léon Werth, ma non adulto, bensì bambino. Essa può interessare qualunque età e soprattutto educare i piccoli a una visione amorevole della vita e delle relazioni, al rispetto dell’ambiente, all’ascolto degli altri.
Vi si narra di un aviatore che per un guasto al suo aereo rimane in panne nel deserto del Sahara e ha scorte d’acqua solo per una settimana. Saranno per lui giorni difficili ma allietati dalla presenza di questo esserino, il piccolo principe, che giunge a trovarlo provenendo da un altro pianeta, piccolissimo, dove ci sono tre minuscoli vulcani, di cui uno spento. Gli altri due hanno bocche così piccole che il principe le spazza ogni giorno ed ogni giorno si prende cura della sua amica rosa.
Un libro arricchito dai disegni dello stesso autore, che formano un corpo unico col testo.
Ricco di simbolismi, fulcro ne sono l’amicizia tra i due protagonisti e i loro dialoghi, che tracciano un percorso meditativo.
Un libro di intensità dolce e tangibile, che mi ha toccato nel profondo.
Eppure, come dicevo all’inizio, ho scoperto (navigando su Internet), che non mette affatto tutti d’accordo.
C’è addirittura chi dice di detestarlo, perché noioso e sopravvaluto, pieno di melassa, senza alcuna trama e con la presunzione di spiegare il mondo, l’amicizia, l’amore.
Queste persone definiscono il principe un piccolo filosofo petulante. E il bello è che non sembrano esserci vie di mezzo tra chi ama tanto questo libro e chi invece ne è così infastidito.
A questo punto sto pensando di invitare chi non lo ha ancora fatto, a leggerlo e crearsi una propria opinione, e comunicarla agli altri. Servirà anche a capire se stessi.
Per me è magnifico e le figure del piccolo principe, della rosa, della volpe, del serpente, sono perfette per colpire l’immaginario di un bambino.
Sono anche felice che si tratti di un’opera ormai di dominio pubblico, essendo l’Autore deceduto da più di 70 anni (durante un suo viaggio sul mediterraneo, il suo aereo crollò e non furono mai più ritrovati. La sua morte, a soli 44 anni, come il libro è entrata anch’essa nella leggenda, perché pare che Saint-ex si fosse allontanato dalla rotta prefissata per andare a dare un’occhiatina ai magici luoghi della sua infanzia), il che significa che l’opera può essere ripubblicata, digitalizzata, portata in scena, senza obbligo di indennità o autorizzazione preventiva.
Il piccolo principe, patrimonio dell’umanità.