Negli anni ’80, il territorio di Boscofangone fu devastato, violentato dai Casalesi, con la complicità, gli interessi di politici, imprenditori e contadini, avidi di denaro, con l’intombamento di bidoni pieni di rifiuti pericolosi e industriali, provenienti dal centro nord Italia, sotto capannoni industriali, nei pozzi, e sotto la Nola / Villa Literno. Quella devastazione ha causato, in maniera esponenziale, un aumento costante di tumori nella popolazione di questo territorio.
È in atto, però, un’altra devastazione, fatta sempre di cemento e di asfalto, con progressiva riduzione di suolo verde e agricolo. Questo territorio è ricco di acqua proveniente dai monti della Bassa Irpinia. È la zona più ricca di acqua del meridione d’Italia. I Borboni lo sapevano benissimo. Con i loro ingegneri misero in campo un grande progetto per fare di questo territorio paludoso, immerso nell’acqua una zona fertile, coltivabile. Diedero vita ad una rete di canali, i Regi Lagni, funzionali alla raccolta delle acque provenienti dalle piogge e dalle montagne circostanti. Costruirono anche piccoli canali, destinati allo stesso scopo, chiamati “lagnuoli”.
Probabilmente gli attuali ingegneri non hanno le stesse capacità degli ingegneri dei Borboni, se, come si evince dalle fotografie, nella costruzione di decine di capannoni, autorizzata dal Comune di Nola, non si è tenuto conto della falda acquifera dei Lagni e lagnuoli. Hanno costruito sopra i canali, sulla falda acquifera, interrompendo il percorso naturale dell’ acqua che ovviamente ne ha individuato un altro. Le conseguenze sono state lo sviluppo di canneti, là dove venivano coltivati pomodori, patate, tabacco, boschi di nocciole avellane seccate, strutture di ristorazione come il ristorante ” la Locanda” danneggiato in maniera irrimediabile.
Davanti a questo scempio dormono i cittadini e dorme anche il Comune di Nola.
Mi dicono che il sindaco di Nola è un magistrato. A maggior ragione, allora dovrebbe intervenire e dare una risposta ai cittadini che hanno i loro beni in questo territorio. Non siamo numeri ma persone con diritti e doveri.
Caro sindaco dia, per cortesia, un colpo!