Politica, burocrazia, efficienza e buon andamento. Concetti di cui si parla spesso a proposito della pubblica amministrazione. L’enciclopedia Treccani, alla voce “amministrazione” scrive: “designa l’insieme delle attività indirizzate al perseguimento di scopi considerati di pubblico o comune interesse in un ordinamento statale”. Invece, “burocrazia” è “il complesso dei pubblici uffici e dei pubblici funzionari cui sono demandati l’esecuzione operativa e il controllo amministrativo”. Un equilibrio su cui si reggono gli enti statali e, di conseguenza, anche i comuni, terminali ultimi dell’apparato Stato.
Alla luce della sentenza del Consiglio di Stato che ha condannato il Comune di Nocera Inferiore sulla questione relativa all’ampliamento di Villa dei Fiori, torna quantomai attuale il tema dei rapporti tra politica e burocrazia sul territorio e abbiamo chiesto ad alcuni sindaci di parlarne.
La burocrazia è lenta
ma la giustizia vince sempre
«La burocrazia è sicuramente lenta, ma la giustizia, amministrativa, civile e penale, vince sempre nonostante le lungaggini» – ha tenuto a precisare Paola Lanzara, sindaco di Castel San Giorgio, che si dichiara pienamente fiduciosa nella giustizia che, anche se con i suoi tempi “sistema le cose”.
«Non entro nel merito della questione, ma mi fa piacere che la giustizia abbia dato un responso positivo per una bella realtà produttiva del nostro territorio» – ha aggiunto Lanzara.
«La burocrazia può porre argini alla programmazione della politica o ci possono essere difficoltà a mettere in atto ciò che la politica intende fare – le fa eco Antonio Somma, sindaco di Mercato San Severino – È chiaro che la politica fornisce atti di indirizzo e programmazione ma il resto lo portano avanti i dipendenti. Sapete qual è il problema? Che la politica ne può risentire dal punto di vista reputazionale. Il punto è che la politica ha una velocità e la burocrazia ne ha un’altra e spesso non riesce a seguire la politica. Ovviamente non tutti sanno cosa è una procedura amministrativa e le colpe cadono sull’ultima forma di Stato, quella più vicina ai cittadini».
Due anni di attesa per un’autorizzazione
per asfaltare il centro cittadino
A proposito dei rapporti con gli enti sovracomunali il discorso si complica: «Ho atteso per due anni una autorizzazione da parte della Soprintendenza per asfaltare una strada del centro cittadino – dice Raffaele Maria De Prisco, sindaco di Pagani – L’ente, che si trova a operare con un solo dipendente per la provincia di Salerno, ha rilasciato l’autorizzazione solo due giorni fa. Ho potuto sistemare qualcosa per somma urgenza ma non potevo procedere con i lavori. Ecco un esempio lampante di burocrazia che riguarda gli enti sovracomunali. Il sindaco in questi casi diventa una vittima sacrificale: si addossa colpe che non ha. Ma non finisce qui: la mia città vive un problema doppio legato al Comune in dissesto e con una difficoltà ad assumere nuovo personale. Pagani, inoltre, ha visto un processo lunghissimo per le opere di urbanizzazione che si è tramutato in assoluzioni ma quella paura resta anche interna alla macchina comunale; pure per questo tutte le opere sono rallentate» – conclude De Prisco.
Con il Pnrr dobbiamo avere tempi celeri
Siamo in difficoltà con il personale
«Ci sono tempi lunghissimi per pareri e approvazioni – dice Antonio Somma – Certo, ci sono delle valutazioni giuste da fare su alcuni aspetti; ma i tempi ne risentono. Poi oggi in tempi di Pnrr c’è la necessità di essere più celeri; avvertiamo ancora di più la lotta contro il tempo. Siamo enti già in difficoltà con il personale e veniamo caricati spesso dall’alto con nuovi servizi».
«Ho un’esperienza di sei anni da sindaco – spiega Carmine Pagano, primo cittadino di Roccapiemonte – e non ero abituato prima a tanta burocrazia. Di professione sono medico e sono quindi abituato a soluzioni immediate. Mi rendo conto che con le pubbliche amministrazioni è difficile essere tanto tempestivi, ma a volte ho la sensazione di impantanarmi in questioni burocratiche. E il rischio sa qual è? Si rischia di perdere l’entusiasmo. E poi adesso ci sono le opportunità del Pnrr: per aderire bisogna presentare progetti su piattaforme che a volte funzionano e altre no. Ma vuoi vedere che ci sono opportunità che vengono propagandate e poi, nella pratica, si fa di tutto perché le occasioni non vengano colte?» – chiede provocatoriamente Pagano.
Noi sindaci ci sentiamo soli
Siamo il front office dei territori
Insomma, le situazioni non sono semplici da gestire: «Noi sindaci – racconta ancora Somma – ci sentiamo soli e proviamo a farci coraggio tra di noi: spesso abbiamo la sensazione di essere la valvola di sfogo di tutto il sistema politico nazionale e anche della burocrazia. Siamo il front office dei territori ma subiamo i limiti della burocrazia».
«Lo diciamo sempre assieme ad altri sindaci del territorio: siamo soli – dice il primo cittadino di Pagani – e siamo consapevoli del fatto che la solitudine di un sindaco la può capire solo un altro sindaco».
Sull’abuso d’ufficio torna Somma: «Poi dobbiamo fare i conti con il paradosso per cui ogni tipologia di intervento può essere soggetta a controllo e c’è sempre il rischio di un abuso d’ufficio. Oggi fare il sindaco o l’assessore è un’esperienza totalizzante; ci sentiamo limitati e utilizzati ma per provare a dare risposte concrete a tutti ci esponiamo a dei rischi».
Il pericolo dell’abuso d’ufficio
come una spada di Damocle
«Spesso siamo costretti a prendere decisioni repentine – dice De Prisco – e questi atti possono essere travisati, con il rischio di incappare in questo reato. Proprio il pericolo del reato di abuso d’ufficio ha portato molti dirigenti e responsabili di settore a rallentare le loro attività: sono scrupolosissimi, rileggono una pratica un milione di volte prima di approvarla proprio perché c’è il rischio di essere accusati di un reato».
La lentezza di alcune pratiche
esaspera gli amministratori
Il sindaco di Roccapiemonte torna, poi, sulla vicenda della sentenza del Consiglio di Stato per l’ampliamento di Villa dei Fiori: «Capisco che i miei colleghi di Nocera Inferiore abbiano avuto intoppi burocratici. Alla lentezza con cui si muove la burocrazia bisogna aggiungere anche il fatto che le procure sono sempre subito pronte a sorvegliare e a verificare che tutto sia svolto correttamente. Ripeto: io da medico ero abituato a procedure molto snelle ma mi rendo conto che la burocrazia è tutt’altro che snella e semplice. Le situazioni sono complesse e spesso sono gli impiegati che ci sostengono e ci aiutano a gestirle e a portare a termine le procedure. Io dico che bisognerebbe snellire l’iter per appalti e progettualità: certe pratiche veramente esasperano gli amministratori» – conclude Pagano.
Insomma, è proprio sull’equilibrio, spesso difficile, tra politica e burocrazia che si determina l’efficienza e la qualità dello Stato e delle sue diramazioni più periferiche.