Fabio Tarzia insegna Mediologia, Sociologia dell’immaginario e Sociologia della religione alla Sapienza Università di Roma. Fabio Tarzia appartiene a quella scuola dove le monografie sono percorsi di conoscenza, spaccati analitici in profondo, scelte di campo e soprattutto ricerca rigorosa. Nel suo percorso incrociamo la grande letteratura (in un viatico di formazione di due magister come Alberto Asor Rosa e Giovanni Ragone) dove lo sguardo “necessario” delle sue letture-analisi sono sempre dentro una precisa visione mediologica che riesce a cogliere ulteriori strategie narrative (penso a I sociologi e lo spazio letterario. Un profilo del Novecento del 2003 e Mondi minacciati. La letteratura contro gli altri media del 2009), oppure una letteratura sui temi identitari in particolare la cultura statunitense (ed ecco i volumi: Spazi (S)confinati. Puritanesimo e Frontiera nell’immaginario americano del 2015 e Trump. Un “puritano” alla Casa Bianca del 2017 entrambi realizzati con Emiliano Ilardi, altro studioso centrale per comprendere le linee di evoluzione della mediologia della letteratura). Ma da qualche anno Tarzia spinge l’acceleratore della sua ricerca e del suo impegno intellettuale verso i sistemi ideologici religiosi nell’articolazione del meccanismo narrativo e metaforico degli immaginari a partire dal suo Religioni nella metropoli. Tra fondamentalismo e consumo (2018) fino al recente: Benedetto contro Francesco. Una storia dei rapporti tra cristianesimo e media, Meltemi, 2022.
Un confronto tra due figure della Chiesa Cattolica contemporanea: Papa Benedetto XVI e Papa Francesco. Un libro che naviga dentro una precisa prospettiva nel voler indagare “affinità e divergenze” tra questi due Papi. Prima di affrontare nello specifico tematico il volume del sociologo romano mi fa piacere sottolineare la sua capacità di creare una narrazione coinvolgente, che rende la lettura avvincente per i lettori anche non esperti di teologia o storia ecclesiastica. Infatti, Tarzia guida i propri lettori attraverso il dato biografico, prima, e poi le scelte, i percorsi, l’agire dei due Papi. Tarzia si immerge in una rigorosa trama critica dove troviamo diversi temi controversi: il rapporto tra tradizione e riforma nella Chiesa Cattolica, il ruolo della liturgia, la gestione delle crisi e il dialogo con la società moderna. E tutte le altre sfide nodali di una Chiesa totalmente dentro il XXI secolo. Il punto di forza del libro di Tarzia è lo spaccato dell’agire pubblico e mediale di Francesco e Benedetto (con una presa critica assolutamente priva di preconcetti e sempre attenta nel mettere in scena gradazioni e complessità che riguardano anche temi “delicati” come la sessualità, la morale e le questioni sociali). Due quadri di un modo di vivere il pontificato e con una densissima lineare teorica di riferimento che mette in circuito autori come McLuhan, Debray, Castells, Eco (giusto per citare qualche riferimento). Preziosa anche l’indagine mediale dei testi sacri che Tarzia ci propone (dai Vangeli a Sant’Agostino, da San Francesco alla centralità degli scritti dei padri gesuiti). Fino ad arrivare ad un disegno straordinariamente innovativo dei processi comunicativi e delle logiche mediali del Papa tedesco e del Papa argentino entrambi lucidamente consapevoli del valore delle reti e dell’innovazione tecnologica. Benedetto contro Francesco. Una storia dei rapporti tra cristianesimo e media nell’analizzare con limpidezza scientifica lo stratificato mosaico della comunicazione al tempo della Cristianità contemporanea e l’immaginario ipermediale del Papato, ha una precisa (ed importante) “capacità” come ha sottolineato in una bella recensione su “Quaderni d’Altri Tempi” Francesco Persiani, quella “di far dialogare le (fittissime) fonti storico-teologiche utilizzate con le principali teorie sui media, senza mai scadere in un banale determinismo tecnologico, rendendo questo testo un unicum nel panorama sia mediologico che di storia delle religioni”.