Corte del Remer, il nuovo sorprendente album di Onorato

Questa ultima fatica discografica, estremamente certosina e stupenda in ogni dettaglio rappresenta un appassionato tributo a Venezia, la seconda città del cuore dell'indio partenopeo

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È uscito in questi giorni sul mercato il nuovo disco del chitarrista-compositore partenopeo Antonio Onorato. Quest’ultima produzione del musicista, ‘Corte del Remer’ la si può ascoltare in digitale su Spotify o Youtube, ma anche su supporto fisico acquistando il cd su Amazon.

Il musicista partenopeo è ormai da tempo diventato ‘riconoscibilissimo’, sin dalle prime note di ogni suo brano. Tutto questo è dovuto alla sua costante ricerca ed elaborazione di quel sound che gli appartiene, un sound che arriva all’anima dell’ascoltatore facendolo viaggiare come in una bella favola. Le musiche di Onorato sono a tratti molto vicine ad opere di pura musica classica (come il suo meraviglioso album ‘Orchestral Works’) e coinvolgono la parte interiore di chi ascolta le sue note colte e intrise di positività, una sorta di terapia del benessere.

L’indio napoletano (viene chiamato anche così), da circa due anni divide la sua vita facendo spola tra Napoli e Venezia. Come dire: ‘il mare innanzitutto’, restando da diverso tempo un chitarrista di enorme livello e divenendo il degno rappresentante del ‘Napule’s Power’, movimento creato sin dagli inizi degli anni settanta da Renato Marengo (giornalista, produttore discografico e conduttore radiofonico). Questa sua ultima fatica discografica, estremamente certosina e stupenda in ogni dettaglio è intitolata ‘Corte del Remer’ perché rappresenta un appassionato tributo a quella Venezia che tanto ha nel cuore, anche se l’indio napoletano tiene a precisare che il primo amore resta sempre Napoli.

La città lagunare rappresenta per il musicista partenopeo, come egli stesso dice «… un viaggio emozionale attraverso i luoghi incantevoli di Venezia, tra l’altro molto rilassante e lontana dal caos. Ambiente di enorme aiuto alla mia ispirazione musicale, stimolando e fornendo gli input necessari alle mie più recenti composizioni».

Tra i musicisti che hanno accompagnato il grande Antonio Onorato in quest’ultimo lavoro figurano: Mario De Paola (inseparabile amico da diversi decenni) alla batteria, Peppe Arena al basso elettrico, Giò Savàrez alle tastiere e al pianoforte in ‘Ballad for Anna’, ‘Blues for Venezia’, ‘Infinita Bellezza’ e in ‘Corte del Remer’. Negli altri brani al piano e alle tastiere è invece presente il salernitano Alessandro La Corte. Il disco è prodotto dalla label ‘Guitar Angel Music’ ed è stato registrato a Napoli al ‘De Paola Studios’ da Piero De Asmundis (ingegnere del suono ed eccellente pianista) e poi missato al Midi Groove Studios da Giò Savàrez. La bellissima foto di copertina è del fotografo veneziano Attilio Bruni mentre il progetto grafico è stato affidato ad Annalisa Onorato (sorella del musicista napoletano).

Nella tracklist di ‘Corte del Remer’, composta da nove bellissime tracce sono presenti anche due particolari omaggi: il primo è rappresentato dalla dolcissima ‘Ballad for Anna’, brano dedicato ad Anna, la sua compagna di vita; il secondo omaggio-tributo è dedicato ai due leader dei Beatles: John Lennon e Paul McCartney La traccia dedicata ai due baronetti è una struggente versione della celeberrima ‘And I love her’ … e qui occorre ricordare la grande ammirazione del chitarrista partenopeo nei confronti dei Beatles.

L’album

Qualcuno si chiederà perché questo titolo all’album: Venezia, è divisa in sei Sestrieri: Cannaregio, proprio dove si trova Corte del Remer e poi Santa Croce, San Polo, Dorso Duro, San Marco e Castello. Ed è proprio a Cannaregio che Antonio ha vissuto per un determinato periodo. Ma probabilmente è da considerare anche un altro aspetto singolare: il termine ‘Remèr’ indica un antichissimo mestiere artigianale veneziano sopravvissuto all’avvento dell’industrializzazione e della tecnologia. L’esperienza, la meticolosità, le tante ore di lavoro e di studio da parte del musicista, avvicinano Onorato anche a quella antica affascinante attività che si rivela ‘solitaria’, ‘manuale’ e che mostra i calli sulle mani, segno del tempo e della fatica. Un mestiere fondamentale nella Venezia del passato, dove la mobilità cittadina era completamente affidata ai remi delle barche e importante ancora oggi perché si rivela parte integrante di una storia e di una cultura che vuole continuare a esistere e a raccontarsi. L’album di Onorato è dunque un cammino logico e sequenziale che tocca con forza diversi stati d’animo e fortissime emozioni. Un lavoro discografico che di certo non può mancare tra i quelli definiti ‘di livello’, ovvero un lavoro colto e terapeutico. Nel disco vi è un brano, ‘Blues for Venezia’, dove il musicista napoletano usa una chitarra magica. Si tratta di una vecchia Hamer elettrica dal suono aggressivo e che ricorda il brano ‘Guitar Craying’ presente anche nel cd ‘Vesuvio Blues’. Una chitarra che riesce ad esprimere tutta la sofferenza che l’artista ha dentro, come un blues che viene dall’anima. Il miglior blues è quando metti fuori tutto quello che senti e lo condividi con l’ascoltatore.

Parlando con Onorato

Parlaci di quello che è il tuo pensiero sull’amore e della passione per la città di Venezia.

L’amore è qualcosa di sublime e che ti prende in maniera totale. Devo dire che quando il sentimento dell’amore è vero ti entra nella testa, nel cuore e sembra coinvolgerti tutto. Oggi sono soddisfatto della scelta fatta e vivo un momento di serenità che si riflette anche sulle mie produzioni. L’amore è il sale della vita. Per quanto riguarda la città di Venezia, posso dire che è la mia seconda città … dopo Napoli però!

Qual è stata l’idea che ti ha portato alla realizzazione di questo disco: era un progetto che avevi pronto da un po’ di anni?

Era un progetto già pronto nel 2023. Ho tanti progetti già pronti nel cassetto da anni e pian piano li pubblicherò. La maggior parte dei brani di questo album li ho composti a Venezia e sono stato ispirato dall’atmosfera di questa incredibile città, resa ancor più incantevole dalla presenza di Anna, la mia compagna di vita che è veneziana.

Quale, a tuo avviso è il brano più sentito o che ritieni interessante dal punto di vista della tecnica?

Il brano più sentito è sicuramente ‘Ballad for Anna’, una delle più belle ballate che abbia mai composto. Da un punto di vista tecnico non saprei, la tecnica per me è sempre al servizio della mia anima e per me è sempre più importante il sentimento.

Brevemente, il tuo pensiero sull’amore e della passione per la città di Venezia.

Amo molto Venezia. È la mia seconda città, dopo Napoli però!

Parla dei tuoi progetti futuri e se apporterai modifiche alla tua band.

I miei progetti futuri sono sempre in continua evoluzione. Ho messo su ora un quartetto di “jazz napoletano” con il sassofonista Gianni D’Argenzio, Angelo Farias e Mario De Paola con il quale suoneremo un po’ in giro prossimamente. Poi a fine anno uscirà un altro mio lavoro, che ho da qualche anno pronto nel cassetto… un album in solo, con la chitarra acustica.

Antonino Ianniello

Nasce con una spiccata passione per la musica. Si laurea in lettere moderne indirizzando la scrittura verso il giornalismo, percorre in maniera sempre più approfonditamente e competente le strade della critica musicale, pubblicando numerosi articoli su jazzisti contemporanei e prediligendo, spesso, giovani talenti emergenti. Ama seguire il jazz, blues e fusion e contaminazioni.

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